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Giornata mondiale degli oceani: ecco i benefici di una gestione sostenibile delle nostre acque

Due date importanti, a distanza di pochissimi giorni, che impongono una riflessione seria e puntuale sullo stato di salute del nostro pianeta. Dopo la giornata mondiale dell’ambiente, quella dedicata agli oceani. Oggi, 8 giugno, giorno dell’Anniversario della Conferenza Mondiale su Ambiente e Sviluppo di Rio De Janeiro. Un momento per riflettere sui benefici che gli oceani sono in grado di offrirci e garantire.

Ecco, ma quali sono? Siamo sicuri di conoscerli? Stando al report di WWF “Reviving the Ocean Economy”, l’oceano riveste un ruolo importantissimo e si posiziona tra le 10 economie del mondo. Già, perché è in grado di offrire occupazione, produce un valore pari, pensate bene, al prodotto interno lordo di un paese. Basti pensare a quei servizi che ci arrivano direttamente dai nostri mari, come la pesca e l’acquacoltura. O ancora il settore del turismo o quello dei trasporti. Senza considerare, poi, il valore inestimabile dato da quei benefici immateriali come la regolazione del clima, la produzione di ossigeno, la stabilizzazione della temperatura del nostro pianeta. Insomma, prendersi cura dei nostri oceani significa prendersi cura del nostro pianeta, perché da qui parte la nostra battaglia per affrontare la sfida dei cambiamenti climatici e per riuscire a generare economie che siano soprattutto sostenibili.

Ma qual è lo stato di salute dei nostri oceani? Per nulla confortante, purtroppo. Sono sempre più caldi, acidi e poveri di ossigeno (parliamo di un livello che si è abbassato di circa il 2% tra il 1960 e il 2010 secondo un rapporto curato dal’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e presentando alla Conferenza delle Nazioni Unite sul clima di Madrid). L’inquinamento creato dalle attività umane, a partire dagli anni ’80, ha solo peggiorato la situazione. Perché gli oceani hanno assorbito il calore in eccesso dalle emissioni di gas serra. Il problema è che ne hanno risentito soprattutto gli ecosistemi marini e le comunità costiere. Con il risultato che specie come i microbi e le meduse riescono a sopravvivere, mentre tonni e pesce spada vanno alla circa di acqua ricca di ossigeno e si spingono verso gli strati superficiali del mare. C’è da considerare, ancora, la spazzatura, la plastica e tutte le altre sostanze inquinanti che di certo non fanno bene ai nostri mari e che stanno uccidendo la fauna marina.

Avere un oceano sano significa proteggere il suo habitat ma anche il nostro Pianeta. Il nostro futuro dipende dalle nostre scelte e decisioni in tema di ambiente. Da dove partire? Ad esempio investendo nella produzione di energia rinnovabile. Pensate che la gestione sostenibile degli oceani in tutto il mondo potrebbe creare circa 12 milioni di nuovi posti di lavoro.

Irma Annaloro

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