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IL POPOLO UCRAINO CI INSEGNA IL RISPETTO PER GLI ANIMALI

Mi si dirà che sono affetto da una forma di deculturazione, da una perdita di valori per quanto mi accingo a scrivere. Correrò il rischio, precisando però che non è  assolutamente mia intenzione porre sullo stesso piano  in maniera apodittica le persone e gli animali, le persone  e le specie non umane, la dimensione dell’uomo e quella degli animali, –  intenzione  che imporrebbe approfondimenti anche di natura filosofica inappropriati a questo contesto, – ma molto più semplicemente valorizzare  ciò che risulta tangibile: una straordinaria  sensibilità del Popolo ucraino nei confronti dei propri animali di affezione e, probabilmente , nei confronti del mondo animale complessivamente considerato. Ciò che sta accadendo in Ucraina emerge nella sua dimensione di dolore dalle fotografie e dai fotogrammi che inondano da giorni la nostra ordinaria esistenza, fotografie e fotogrammi che ritraggono persone che, pur costrette ad affrontare  difficoltà che sino a pochi giorni era impensabile si potessero materializzare  nei Paesi europei, mostrano nei confronti dei loro animali un affetto profondo e nei confronti del mondo animale una grande sensibilità. Persone che stringono tra le braccia  anziani animali con cui hanno condiviso un percorso di vita, sottraendoli  ad un destino barbaro quanto barbara è la guerra,  sovrapponendo detto percorso di vita ed il viaggio verso il confine, verso la salvezza camminando per molti chilometri . C’è un profondo rispetto da parte del Popolo ucraino nei confronti degli animali, di cui offrono icastica rappresentazione quei “trasportini“ colorati, di diverse dimensioni, ritratti in ogni video, che consentono agli uomini ed agli animali di condividere i rifugi sotterranei alla ricerca della salvezza degli uni e degli altri.  Mostrare ai giovani quelle immagini certamente di dolore ma anche di vita condivisa con animali di affezione, stimola certamente nei ragazzi la consapevolezza di come qualsiasi essere senziente, destinato come tale a provare piacere ma anche dolore, meriti profondo rispetto, come profondo rispetto merita la natura nella sua complessità, concetto, quello di natura, molto più concreto del termine assai più generico ed indefinito di ambiente.  D’altronde, persino la filosofia e la scienza oramai riconoscono agli animali una vita mentale che risulta diversa da quella degli uomini soltanto per il livello della stessa, vita mentale che conduce gli animali a valutare la realtà che li circonda, percependo anche l’alterazione della stessa, quale causa di improvvise, sconosciute sensazioni, finanche della paura, e comunque tali da incidere nei loro stessi comportamenti. Potremmo probabilmente parlare persino di coscienza degli animali, quale attitudine appunto degli stessi a provare sensazioni un tempo riconosciute tipiche soltanto dell’uomo. Chi ha posseduto o possiede un animale di affezione (non faccio riferimento soltanto al cane o al gatto) ha certamente  conoscenza empirica di quanto sto descrivendo, – avendo contezza di  come un animale sia in grado di percepire persino i mutamenti di umore della persona che gli sta accanto, rendendosi partecipe degli stessi –  e, pertanto, non avrebbe neanche la necessità dell’insegnamento che proviene in maniera semplice dalle immagini sopra menzionate. Le stesse però possono rivelarsi di estrema forza e di profonda capacità didattica per coloro che non hanno mai conosciuto in concreto che cosa sia la compenetrazione di affetti che si realizza tra un animale ed una persona. Ben vengano quindi quelle immagini che hanno oltretutto la capacità di destituire di fondamento l’affermazione per cui soltanto mediante la decostruzione del divino potremmo giungere ad un maggiore rispetto per gli animali: nel popolo ucraino convivono infatti una forte religiosità, con la conseguente visione antropocentrica tipica del cristianesimo, ed una evidente sensibilità nei confronti delle singole creature. Una convivenza all’evidenza sostenibile che potrebbe indurre finalmente anche la Sacra Romana Chiesa ad una critica verso la mattanza pasquale degli agnelli.

Silvio Pittori

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