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“L’ARTE DELLA RESISTENZA”

Non sono né un “vaccinofobo” né un “vaccinofilo”, faccio soltanto parte di quegli uomini liberi che, nel tentare di pensare liberamente, avvertono la gravità di quanto sta accadendo in termini di distruzione del tessuto sociale all’interno di quella che fatico oramai a riconoscere come una società democratica. La democrazia, quale eredità della Grecia, strettamente connessa alla “eunomia”: non può esistere una democrazia dove venga meno un buon diritto, o comunque quel buon diritto venga piegato alle esigenze contingenti. Lo evidenzia con la solita lucidità ed il bell’argomentare il Papa emerito nel suo saggio “La vera Europa”, esprimendo come la democrazia “non è mai mero dominio delle maggioranze, e il meccanismo della creazione delle maggioranza deve sottostare alla misura della supremazia, valida per tutti, del Nomos, di ciò che è giusto per intima essenza, ovvero a condizione di dare valore a quei valori che sono direttive vincolanti anche per la maggioranza”. Stiamo parlando in ultima analisi dell’essenza stessa dell’Occidente. Mi chiedo quanti siano oggi consapevoli del significato ultimo del termine “democrazia”, domanda che rivolgo a tutti coloro che in tempi di covid destrutturano volutamente il senso profondo della legge, in primo luogo della nostra Costituzione, sino a poco tempo fa definita come la più bella al mondo – mi sia consentito del sano scetticismo su detta affermazione – per adattarla al pensiero unico imperante in funzione salvifica, spezzando quel forte legame tra “eunomia” e democrazia che è condicio sine qua non per detta forma di governo. Il susseguirsi di decreti legge emanati nella privazione assoluta della discussione parlamentare, la cui conversione è garantita dalla scarsa sensibilità quantomeno giuridica (democratica?) di chi, salve alcune eccezioni, sottomette acriticamente se stesso al voto di fiducia, è già espressione del venire meno dello spirito democratico del Paese, il cui epicedio ha rappresentazione plastica nella campagna di odio promossa dai governi contro i nuovi presunti untori, che, dati scientifici alla mano, sono gli unti anziché gli untori, cittadini cui il Governo ha imposto una sorta di surrogato dell’obbligo vaccinale per indurli ad accettare la inoculazione di un vaccino tuttora in corso di sperimentazione. Quel certificato verde il cui rilascio si fonda su presupposti in costante evoluzione, nell’ottica di un restringimento continuo delle maglie democratiche finalizzato ad ottenere indirettamente il risultato che lo Stato non ha il coraggio di imporre per legge, avendo contezza di quanti siano gli effetti indesiderati propri del vaccino sperimentale. Di fronte a tutto ciò non resta che “l’arte della resistenza” al cospetto di una “formazione di massa” certamente subita (Michael J. Hurd) che si rivela il tassello iniziale di ogni forma di totalitarismo, il cui presupposto è una sorta di ipnosi di massa all’insegna dell’“obbedire per il bene della collettività” (prof. Mattia Desmet), forma di obbedienza resa oramai dal pensiero unico una sorta di entità etica, una sorta di mantra laico. Esercitiamo detta arte, interagiamo con gli altri al fine di prevenire la completa lacerazione di ogni rapporto tra le persone, di ogni collegamento tra i cittadini ed i poteri dello Stato, in ultima analisi della cosiddetta società civile. L’ultimo tentativo di fermare il passo prima del precipizio.
Avv. Silvio Pittori

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