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ANCORA ATTUALE L’INSEGNAMENTO DI PAPA RATZINGER…

LA FEDE SENZA LA RAGIONE ALL’ORIGINE DELL’INTEGRALISMO RELIGIOSO.

Rimasi colpito dalla gestualità della genuflessione di alcuni membri del Parlamento italiano per commemorare il signor George Floyd, come forma di protesta contro il razzismo asseritamente presente in Italia e nell’Occidente, in quell’opera di auto-discriminazione che appassiona la cosiddetta intellighenzia occidentale negli ultimi anni.

Mi stupisce peraltro ancora di più il silenzio che caratterizza la stessa intellighenzia quando accadono fatti di inaudita gravità come quelli che hanno caratterizzato gli ultimi dieci giorni, partendo dalla decapitazione del professor Samuele Paty, ed arrivando alle barbare uccisioni di persone innocenti per le strade di Vienna, atti terroristici di matrice islamista, come dichiarato dallo stesso Presidente francese Macron all’indomani della strage di Nizza: non soltanto nessuno si inginocchia davanti ai corpi decapitati o trucidati dal terrorismo islamista, ma, se possibile, si evita attentamente di utilizzare il sostantivo “islamista”, nell’evidente auspicio che omettendo l’utilizzo del termine, nel significato assunto negli ultimi quindici anni, si nasconda l’origine del crimine, in una sorta di avversione ad analizzare correttamente dei fatti oggettivi. Lascio ad altri l’onere di comprendere i motivi di questa recrudescenza, che potremmo peraltro definire annunciata, stante la recente presa di posizione del Presidente Macron, colpevole, secondo la distorta riflessione di alcuni, di avere espresso vicinanza al mondo cattolico e di avere evidenziata la necessità di difendere la libertà di espressione anche su temi religiosi, nel solco peraltro dell’Illuminismo francese, con un chiaro riferimento al diritto di fare satira su detti temi. Trovo di maggior interesse il comportamento di noi occidentali, pronti ad irridere quella religione cristiana che ha forgiato il nostro Occidente, o quantomeno concorso a forgiarlo unitamente al pensiero greco, ma inclini a rispettare, in forza, è dato di immaginare, di un malinteso senso di colpa rivolto al passato e di un nichilismo oramai imperante, i costumi di coloro che reputiamo “diversi” da noi, anche qualora, come talvolta accade, gli stessi siano tali da violare normative nazionali e internazionali. Dimostrazione di ciò nelle prese di posizione contro detti attacchi terroristici, dalle quali traspare nettamente la difficoltà di attribuire agli stessi una chiara paternità, una matrice religiosa peraltro ben evidente. Questa è probabilmente la nostra debolezza, la debolezza di noi occidentali, quella debolezza che impedisce ogni presa di posizione sull’Islam estremista, e induce a rapide retromarcia ogni qual volta si discuta animatamente di detto tema, in una sorta di sottomissione culturale e religiosa che impone di chiudere gli occhi persino al cospetto del costante aumento nelle città del nord Europa delle cosiddette “no go areas”, aree interdette di fatto alle forze dell’ordine, nelle quali trova terreno fertile proprio il cosiddetto fondamentalismo islamico. Il tutto nell’ambito di quella sorta di etno-masochismo contro l’uomo occidentale appunto e contro la religione che ha concorso a scolpirne i tratti principali, indegna oramai persino di essere posta tra i valori fondanti la nostra cultura, come dimostrano le molte prese di posizione di politici nostrani che richiamano come valori occidentali soltanto quelli di natura laica, come la libertà e la democrazia. D’altronde, detta debolezza era stata resa palese nel lontano 2006, quando l’intellighenzia non aveva compreso o, probabilmente, non aveva voluto comprendere la profondità del concetto espresso dal Papa emerito nel discorso tenuto presso l’Università di Ratisbona. Nel corso della sua lectio magistralis, Papa Ratzinger aveva affrontato il rapporto tra la Fede e la Ragione, dimostrando la correlazione stretta e la interdipendenza tra le stesse: la Fede che necessita del Logos per evitare di cadere nel fanatismo, ed il Logos che necessita della Fede per avere dignità, con la conseguenza che soltanto l’agire secondo Ragione si concilia con la natura stessa di Dio. Al cospetto di una così acuta riflessione, tuttora di estrema attualità, i commentatori preferirono estrapolare dalla lectio magistralis soltanto alcuni concetti, interpretandoli, astratti dal contenuto complessivo dell’intervento, come offese al mondo musulmano al quale rivolgere immediatamente delle scuse. Al contrario, la sollecitazione proveniente da Papa Benedetto XVI avrebbe dovuto aprire le porte ad un sana riflessione su come la Fede, privata del Logos, possa essere all’origine dell’integralismo religioso che, nel caso di specie, è rappresentato dal terrorismo islamista. Soltanto una corretta diagnosi della natura del male e, di conseguenza, la comprensione definitiva delle sue cause, può consentire di approntare una cura idonea al fine di ottenere la sua debellazione: sempreché lo si voglia e sempreché non sia troppo tardi.

Silvio Pittori