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“LA PORTALETTERE” di FRANCESCA GIANNONE (NORD): VINCITORE PREMIO BANCARELLA 2023 – RECENSIONE DI FABRIZIO GIULIMONDI

https://giulimondi.blogspot.com/2023/08/la-portalettere-di-francesca-giannone.html?m=1

La portalettere” di Francesca Giannone (Nord), vincitore del Premio Bancarella 2023, è un romanzo morbido ed emozionante che fa viaggiare il lettore nella metafisica degli affetti. La famiglia, oggetto di puntuale e premeditata aggressione da parte della odierna letteratura e cinematografia, in “La portalettere” viene descritta in maniera articolata e amorevole.  I personaggi – tutti ampiamenti raffigurati dall’interno e dall’esterno – non vi abbandoneranno terminata la lettura, ma continueranno a cercarvi.

L’Umanità è rappresentata ad ampio spettro ed ogni protagonista, coprotagonista, attore secondario o comparsa, ne compone la maestosità, fatta di ordinarietà e straordinarietà, quotidianità ed eccezionalità. La Giannone sembra voler sussurrare che ogni persona è un mistero a se stessa, amplificandosi il mistero ogniqualvolta una relazione sbocci.

L’Autrice sembra la Austen italiana che fa trasmigrare le sue creature letterarie dalle campagne britanniche a quelle salentine.

La narrazione è ritmata dalle sonorità che hanno punteggiato il ventennio fascista ed il primo dopo guerra.

I fatti storici, dalla “avventura” mussoliniana africana al crollo del Regime, sino all’arrivo della Repubblica, sono raccontati tramite i titoli delle pellicole dell’epoca, le canzoni del tempo e gli accadimenti sociali al pari del matrimonio fra la Regina Elisabetta con il principe Filippo e del sopraggiungere dell’uso del telefono.

Goethe e Cechov accompagnano il lettore e rafforzano il legame fra Anna, la Portalettere, la Forestiera dagli occhi del color delle foglie di ulivo, ed il cognato Antonio. Ogni membro della famiglia traccia una storia, verga un sentimento, marca il dualismo eterno dell’animo umano, il suo bianco come il suo nero, ripercorrendo la ricerca della felicità e la tragica condizione di costante insoddisfazione umana. Daniele porta con sé un segreto a lui nascosto che cambia non solo il suo percorso esistenziale, ma anche quello di chi lo circonda, prima fra tutti la tragico-ellenica Lorenza.

La portalettere è una Anna Magnani letteraria che incarna il turbinio innovativo e la voglia di rivalsa  delle donne, invera una suffragetta ligure trapiantata nella Puglia del marito, Carlo, pura energia creativa.

La portalettere” è un tappeto persiano ricamato con più fili, di colori smorti e pungenti, che portano il lettore e non mollare mai la presa.

Sul tronco del Grande Leccio poggiano la schiena Carlo e Antonio, fratelli legati da un legno duro come la quercia. Il dopobarba mentolato e l’odore speziato del sigaro di Carlo impregnano le pagine del libro, mentre il sentore del pesto di Anna e Giovanna si insinua nel palato del lettore che avverte anche sapore gustoso delle pietanze di Agata. Non esistono figure sgradevoli perché tutte vivono di una umanità profonda e radicale.

Ed il lutto tutto cancella e tutto innova.

Tutto vede e tutto cela.

Credo di aver sentito…di essere a casa. Di poter mostrare il mio lato più fragile, sapendo che l’altra persona lo capisce, lo accetta, se ne prende cura, e non lo userà mai contro di te.”.

Fabrizio Giulimondi

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