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Dpcm e Covid. I personal trainer: “Non fermate il fitness”

Non fermate il fitness. Non è ancora diventato un tormentone a prova di social, ma poco ci manca. Si, perché da quando il premier Conte ha dato una settimana di tempo a palestre e centri sportivi per adeguarsi ai protocolli sanitari anti Covid, tantissimi personal trainer hanno deciso di aprire una finestra sul mondo e mostrare pubblicamente quello che agli addetti ai lavori è molto chiaro: la palestra è un luogo sicuro. Ne è convinto anche Fabio Damiani, personal trainer e direttore tecnico dei centri Heaven Group. “Non c’è nessuna evidenza scientifica del fatto che i centri sportivi costituiscano un veicolo di trasmissione del virus. Perché chiudere una struttura del genere quando ci sono altre situazioni a rischio che possono mettere in pericolo la vita dei cittadini?”

Forse non la pensano proprio così gli esperti del comitato tecnico scientifico. E il Governo adesso vuole vederci chiaro.
Sono assolutamente d’accordo a fare i controlli all’interno delle strutture per vedere se sono a norma oppure no. Ma è giusto che chi, come noi, ha investito per mettere in sicurezza i locali dei centri sportivi continui a lavorare. Anche perché nessuno fino a questo momento ci ha dato una mano.

Nessun tipo di incentivo da parte dello Stato?
Posso assicurarti che la proprietà dei nostri centri non ha visto neppure un euro. Il Governo non ha fatto nulla per aiutare la ripresa delle palestre. Per non parlare del fatto che gli affitti non hanno subito nessun tipo di variazione. Ci siamo trovati a sostenere dei costi non indifferenti durante il periodo di lockdown. E proprio ora che stavamo assistendo ad un timido ritorno alla quasi normalità, sembra che ci vogliano chiudere di nuovo.

E’ questa la sensazione?
Io, personalmente, ne sono convinto. Credo che l’aumentare dei contagi ormai sia inevitabile. E con un andamento del genere si tornerà ad un’altra chiusura generale. Graduale ma generale. Mi auguro che tutto questo non accada. E che, soprattutto, il tempo di cui Conte ha parlato per far sì che i centri sportivi si mettano a norma non sia solo un pretesto per chiuderci tutti e subito.

Qual è stata la vostra reazione subito dopo aver ascoltato l’ultima conferenza del premier?
A noi non serve una settimana in più per adeguarci alle normative nazionali. Perché già a maggio, con le riaperture delle nostre strutture, eravamo perfettamente in regola. Nei mesi di lockdown abbiamo investito tanto sulla sicurezza e l’igiene dei locali.

Quali sono i protocolli che avete adottato?
Prima di tutto abbiamo acquistato dei termoscanner per fare in modo che i personal trainer e tutto lo staff possa misurare la temperatura prima di accedere all’interno delle nostre otto strutture. Possono farlo anche i nostri iscritti, che abbiamo censito e ai quali abbiamo chiesto di autocertificare il loro buono stato di salute fisica. La situazione è sotto controllo.

Avete registrato casi in questi mesi?
No. Nessun caso diretto. Chi ha fatto il test per un motivo o per un altro è risultato negativo. Nessun allarme insomma. A conferma del fatto che la palestra è un luogo sicuro e che, come dicevo, stiamo attuando tutti i protocolli di sicurezza richiesti.

Ecco, come avete riorganizzato il lavoro all’interno dei vostri centri?
Abbiamo previsto una segnaletica che aiuta i nostri iscritti a capire come muoversi in palestra. Voglio dire, gli spazi da utilizzare nello spogliatoio, i corridoi e i passaggi per spostarsi da una sala ad un’altra e poi, naturalmente, i segnaposto nelle sale fitness. Le lezioni vanno prenotate e tra due persone abbiamo previsto ben due metri di distanza. Distanza che manteniamo anche all’interno della sala pesi, dove i macchinari sono stati riposizionati per poter svolgere attività fisica in totale sicurezza. E poi, l’aspetto legato all’igiene. Tutte le sale vengono santificate tra una lezione e un’altra. In tutti i locali della struttura abbiamo messo a disposizione dello staff e dei clienti gel e carta per igienizzare le macchine. In più, abbiamo fatto installare i pannelli in plexiglass al front office e al desk in sala pesi.
Subito dopo il lockdown della scorsa primavera avete aperto un’altra palestra. Un atto di coraggio. No?
Sì, abbiamo rilevato questo centro facendo un investimento importante. Certo, non ti nego che anche noi abbiamo fatto fatica a ripartire.

Avete avuto un calo di fatturato?
Parliamo di un 50% in meno rispetto allo scorso anno.

Come siete riusciti a fronteggiare questa emergenza?
Senza un intervento da parte dello Stato, siamo stati costretti a ridurci lo stipendio per permettere a tutti di poter avere una sicurezza a fine mese. La ripresa è stata molto dura. Ma i clienti stavano iniziando a tornare. Anche perché la palestra è un’esigenza per molti. Non è solo una questione di aspetto fisico, ma soprattutto di benessere e prevenzione. Ecco perché ci penserei bene prima di chiudere palestre e centri sportivi. Ripeto, lo staff è preparato e i clienti sanno come comportarsi. Non c’è nessun motivo di interrompere un’attività che non è pericolosa per la salute dei cittadini.

Se il Governo si decidesse per una chiusura?
Che dire? Torneremo ad allenarci da casa, online. La scorsa primavera abbiamo lanciato “Heaven Fit-Live”, un palinsesto di lezioni che ogni giorno i nostri iscritti possono fare da casa insieme ai nostri personal trainer. Ma non è la stessa cosa che allenarsi in palestra. Mi auguro di poter continuare a svolgere il mio lavoro. Non sottovalutiamo la potenza dell’esercizio fisico. E’ giusto che chi è a norma e rispetta le regole abbia la possibilità di andare avanti. Abbiamo investito molto in sicurezza. Il Governo dovrebbe solo incoraggiare chi ha speso in un momento di forte crisi.

Irma Annaloro