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Ragionando in libertà sull’agenda di Governo: le favole di oggi e la tragedia di domani.

E’ un Mattarella a tutto campo quello che alla fine sbotta al Forum Ambrosetti di Cernobbio dopo più di un mese di silenzio, interrotto solo a metà agosto per un messaggio al Meeting di Comunione e Liberazione di Rimini. Lui solitamente riservato e ben attento a non lasciarsi istituzionalmente coinvolgere nelle attuali diatribe politiche evitando  temi scottanti come le Regionali, il referendum, la compattezza della maggioranza, le voci di rimpasto, è tornato a farsi sentire.

Ma quanto è troppo è troppo anche per lui e non le manda a dire. Il capo dello Stato non deve aver molto gradito nei suoi confronti la supposta investitura di Conte per un secondo mandato e tantomeno le allusioni del Premier su Draghi, per tenerlo fuori dai palazzi romani, per esorcizzarlo. La reazione ufficiale è un “no comment”, ma è un dato di fatto il suo monito a Conte nel rammentargli che certi aspetti non possono e non debbono riguardare il Governo che è chiamato piuttosto   a concentrarsi sui prossimi obbiettivi di finanza pubblica: “ Conte pensi a darsi da fare adesso. I nostri concittadini  vivono con ansia il presente e, tra timore di seconde ondate pandemiche oltre che migratorie e accresciute difficoltà economiche, guardano con incertezza al futuro”. E ancora: “Servono fatti, riforme strutturali  capaci di creare lavoro e ridare respiro alla nostra economia, non interventi a pioggia, assistenzialismo o regali preelettorali”. Fin qui il Capo dello Stato tra il detto ed il sotteso. Ma c’ è tutto il mal di pancia più o meno disvelato sempre più alimentato da annunci assolutamente e consapevolmente vuoti di sostanza e la realtà dei fatti che va in tutt’ altra direzione.

Come prevedibile caos e disagi alla riapertura delle scuole….ma questa non è una novità e, diciamocelo pure, praticamente una costante negli ultimi venti anni, ma è altrettanto vero che molte troppe cose non sono state fatte o ci si è ridotte a farle solo a pochi giorni dalla riapertura dopo una intera estate a parlare dei massimi sistemi con un approccio a dir poco approssimativo. Qualcuno dovrebbe ricordare a chi ci governa che i giovani non sono solo il nostro futuro come ama ripetere, ma sono piuttosto dapprima il nostro presente su cui occorre investire.

Ma è l’ agenda economica a preoccupare. Al di là dei recovery plan, ossia quelle riforme strutturali che l’ Unione richiede all’ Italia di presentare al vaglio della Commissione al fine di licenziare il rilascio a nostro favore nel prossimo anno di una prima rata di prestiti e che il Premier sa benissimo di non poter realizzare a meno di non ricorrere alle famosi leggi delega a cui non seguirà alcun provvedimento concreto. (oltre il 70% di quello che ha annunciato non si è realizzato), quello che preoccupa è la sua ostinazione a voler ricorrere al prestito estero piuttosto che al prestito interno. Quello che non si dice infatti è che i Recovery found solo in una minima parte sono prestiti a fondo perduto. Essi sono in realtà a tutti gli effetti prestiti su cui dovremo pagare interessi che altri Paesi incasseranno. Non dice e non vuol dire che, complice l’ attuale insperata situazione favorevole dello spread verrebbe molto più conveniente ricorrere al mercato interno e se interessi sono da pagarsi meglio pagarli ai nostri concittadini con l’ effetto così di contribuire attraverso l’ incremento di reddito ad innalzare la domanda interna lorda. E che il momento sia propizio lo dicono anche i dati istat che parlano di un vero e proprio incremento del risparmio rispetto agli investimenti ritenuti ad oggi non sicuri da parte del mercato al contrario di come verrebbe considerato l’ investimento in debiti sovrani a medio e lungo termine. “Condizioni così propizie saranno difficilmente riproponibili” ha affermato lo stesso Capo dello Stato”. Ma ha anche continuato nel ribadire ancora una volta come non si possono poi “buttare i soldi nel cestino”. I nostri figli, spiega il Capo dello Stato, ci verranno a chiedere  “come sono state amministrate risorse così ingenti e, nel caso di inattività o di scarsa efficacia della nostra azione, si domanderanno perché una generazione che ha potuto godere per un periodo così lungo di circostanze favorevoli, si pensi ai tassi di interesse,  non sia invece riuscita a realizzare infrastrutture essenziali per la crescita e riforme necessarie per l’efficienza del sistema sociale ed economico, accrescendo solo la massa di debito”.

Quindi non soltanto un fallimentare accordo (checché se ne dica o lo si voglia raccontare) mediante il quale i c.d. “paesi frugali” hanno accettato di deliberare sui fondi con il meccanismo della maggioranza qualificata rispetto all’ unanimità (ma anche con la maggioranza qualificata detti paesi sono in grado di mettere il loro veto), in cambio della riduzione delle loro quote di partecipazione al bilancio UE con lo splendido risultato di impoverirlo ulteriormente bene oltre la Brexit, ma anche la beffa della  conseguenza di minori fondi da redistribuirsi attraverso le politiche comunitarie a sostegno delle nostre produzioni agro alimentari (quelle si sarebbero state a fondo perduto). 

Se questo è lo stato delle cose viene allora da sorridere amaro e in maniera disarmante a fronte di  tutto l’ imminente dibattito sul MES (meccanismo europeo di stabilità) a cui l’ Italia ha già deciso di ricorrere con buona pace del falso dibattito interno alla maggioranza, consapevoli della prossima bocciatura inesorabile dei nostri fantasiosi recovery plan.

Ma ciò che disarma è il fatto di come verranno investite le risorse economiche che, dietro pagamento di lauti interessi verranno alla fine almeno in parte concesse. E le premesse sono tutte in quella visione di insieme che assolutamente manca essendo diverse le prospettive ideologiche sullo sfondo. E nemmeno hanno chiarito le idee i famosi “Stati generali” annunciati e svolti in pompa magna ma che in altrettanta sordina, dopo spendita ulteriore di soldi pubblici hanno lasciato il loro nulla. Ma qualcuno ha detto mai all’ Avvocato del popolo che esiste un organo di rilevanza costituzionale, il Comitato Nazionale dell’ Economia e Lavoro che riunisce (gratis) lo stesso numero di esperti e che il predetto organo ha per giunta poteri di iniziativa legislativa in materia di economia e lavoro? Eppure sarebbe bastato leggersi la Costituzione.  

Così pure cosa dire di un reddito di cittadinanza dato a pioggia per giunta anche a boss mafiosi premiando l’ ozio e l’ immobilismo? Del resto come ebbi a dire se il messaggio che si vuole lanciare è che ti remunero se non fai nulla e ti tasso allo stremo se lavori o ancora il messaggio della recente sanatoria di tutti gli immigrati clandestini (porti aperti a coloro che entrano quindi si accomodino tanto se gli hot spot stanno scoppiando ecco altra genialata delle navi quarantena. Già le navi quarantena…ma quanto ci costano?  

Dati alla mano una tombola a cominciare dalla prima motonave, la Moby Zazà, che ha sostato in rada a Porto Empedocle dal 9 maggio fino al 22 luglio per un importo di  1.200.000 euro o la nave Azzurra, in rada a Trapani dagli inizi di agosto per un costo complessivo di 4.793.200 euro, o ancora la nave Aurelia che ospiterà i migranti nella rada di Trapani per un totale di 3.334.000 euro.

Ma non è finita. Abbiamo anche la Rhapsody e l’Adriatico, che saranno utilizzate per un periodo di 40 giorni, alla modica cifra di 4.168.000 euro e l’arrivo della nave Allegra di cui non si conoscono però i dettagli. Ecco quindi che possiamo ipotizzare senza temere di essere lontani dal vero di aggirarci complessivamente intorno ai 15 milioni di euro (altro che taglio dei parlamentari).

Scelte scellerate nel merito e nel metodo per limitare goffamente la portata degli effetti dei primi sbarchi in attesa di interventi più strutturali e che si sono rivelate un fallimento: la capienza non ha garantito il ricollocamento a bordo di tutti i migranti sbarcati. E a fronte di costi esorbitanti per le casse dello Stato il Governo ha tuttavia deciso di perseverare continuando a fare dell’ Italia terra di conquista a buon prezzo invece di chiudere immediatamente tutti i porti in attesa che l’ Europa dia un segno di vita.

Quindi a proposito di sperpero di soldi sottratti alle famiglie e alla scuola, ecco un imponente schieramento di navi, che però non ha alleviato l’emergenza immigrazione che le stesse politiche governative sta attirando dalle nostre parti.

Quella del 2020 sarà ricordata come l’estate caratterizzata dalle “invasioni” dei migranti sulle coste italiane unitamente alla grave emergenza sanitaria legata al coronavirus. Sono ben 19.995 gli arrivati di quest’anno a fronte dei 5.571 dello stesso periodo del 2019. Non è necessario essere dei matematici per capire che il numero è di gran lunga superiore a quello dello scorso anno.

L’hotspot di Lampedusa con i suoi 195 posti, si è trovato presto al collasso con conseguenti tensioni non soltanto sociali ma anche e soprattutto con forti rischi sanitari, e non soltanto Lampedusa, ma anche altri porti siciliani hanno dovuto fare i conti con gli sbarchi (anche fantasma) e con la gestione dell’emergenza sanitaria che certo non è stata risolta con  le navi quarantena che potevano al massimo essere una soluzione a breve termine, all’inizio dell’estate. Al contrario, il governo ha considerato questa via come l’unica possibile, senza andare a incidere strutturalmente su un fenomeno, quello migratorio, che nel pieno della pandemia ha assunto dimensioni importanti. E ad esprimere perplessità anche il virologo Massimo Clementi del San Raffaele che denuncia al pari di altri suoi colleghi che “isolare le persone in una nave non è operazione saggia”.

Ma si sa in Italia guai in Italia a parlare di emergenza immigrazione salvo essere subito tacciati di razzismo e xenofobia e di assoluta insensibilità nei confronti di un buonismo un tanto al chilo che serve in realtà solo a far incassare dividendi agli amici e agli amici degli amici come svelano anche le ultime indagini svolte dalla procura di Palermo a seguito delle rivelazioni (ma servivano?) dei  migranti salvati dalla nave Diciotti che hanno svelato era stato tutto pianificato ed organizzato svelando anche i nomi degli ultimi trafficanti, che stanno organizzando pure i trasferimenti dalla Sicilia verso il nord. Un giro di soldi che passa oltre che su Roma anche su Milano e Udine.

Le indagini in corso ribadiscono quello che si è sempre saputo per chi vuole vedere ossia di una mercificazione del traffico di esseri umani complice il Governo che non può non sapere vista la vasta rete finanziaria dimostrata anche dagli ultimi fermi di cittadini eritrei che operavano nelle “cellule” della Lombardia e del Friuli.

Pagano ai cosiddetti “hawaladar”, gli intermediari che operano in Nord Italia, saranno poi loro a trasferire il denaro agli altri referenti dell’organizzazione, in Nord Africa e in Medio Oriente e a Dubay a dispetto delle numerose rogatorie avanzate dalla procura che non hanno tuttavia avuto risposta.

Ma lo si ripete, si pesca e si ottiene quello che si cerca e l’ offerta di criminalità come in tutte le regole di mercato segue la domanda di questa. Ma anche questa banale regola è misconosciuta dal Governo. Avanti quindi con la prossima sanatoria, avanti con l’ indebitamento verso Paesi esteri, avanti nel dissipare soldi in interventi a pioggia e avanti a ricomprare a caro prezzo quello che si era svenduto a due euro per poi rivenderlo agli amici oltr’ alpe che non mancheranno di ringraziare.

Arlecchino si sa è servo di due padroni e si confessò burlando (o annunciando). Il dramma è quando la farsa finirà in tragedia.  Ma che non si dica che non era annunciata. 

Mauro Mancini Proietti