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ZTL Fascia Verde. L’ideologia green della sinistra: porti aperti per i migranti, varchi chiusi per i poveri

Milioni di romani sono ancora appesi ad un filo su quanto accadrà nella capitale a partire dal primo novembre, il giorno in cui avrà inizio un nuovo sopruso nei confronti dei cittadini: la “ZTL Fascia Verde”.

Il provvedimento di Gualtieri prevede l’istituzione di un ampio perimetro a traffico limitato, dalle particolari sembianze di un dito medio, che andrà a coprire l’intera area produttiva della capitale e che sarà controllato da telecamere presenti ad ogni varco. I dispositivi saranno in grado di sanzionare eventuali ingressi non consentiti con multe che arrivano addirittura oltre i 600 euro. A novembre tantissimi romani sprovvisti di auto considerate ecologiche, saranno impossibilitati ad utilizzare il proprio mezzo di trasporto. Tutto questo grazie ad una giunta incompetente che, per diminuire le emissioni di uno zero virgola, distrugge la vita a migliaia di famiglie.


Ecco dove arriva la follia del green, la follia della giunta guidata da Gualtieri, la follia in particolare dell’assessore alla viabilità Eugenio Patanè, il geniale padre del provvedimento, famoso in città per essere la prima persona al mondo in grado di rendere il traffico romano peggiore di quanto non fosse già con provvedimenti di un sadismo efferato come la corsia preferenziale sulla Portuense.
La ZTL fascia verde è quindi l’ennesimo provvedimento che va a complicare la vita degli automobilisti romani.
Un’iniziativa scellerata che va a colpire la possibilità di spostamento delle persone meno abbienti, quelli impossibilitati a spendere 30mila euro per un’auto elettrica, quelli che vivono nelle periferie in cui, ad essere ottimisti, passa un autobus ogni due ore.

Facendo un parallelismo con il pensiero di sinistra sul tema immigrazione e accoglienza, risulta evidente un messaggio: se sei un immigrato irregolare dedito alla violenza, ai furti e agli stupri dovresti essere il benvenuto, se sei un cittadino di periferia con una Seicento euro 3 benzina non hai diritto di frequentare la tua città, non hai diritto di lavorare, non hai diritto di vivere serenamente. Perché in una città come Roma prendere l’autobus è quanto di più lontano possa esistere dalla serenità e, per chi vive fuori dal raccordo, rasenta l’impossibile.

Forse sarebbe corretto interrogarsi su quanto sia costituzionale distruggere la vita di chi si spacca la schiena ogni giorno, di chi manda avanti questo Paese, di chi a novembre vedrà il proprio diritto al lavoro messo in discussione da coloro che, in nome del green, concedono la libertà solo a chi può permettersela.

Francesco Silveri

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