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Quando si dice: “Il coraggio delle proprie idee”.

Quando mi sono detto che era l’ora che qualcuno iniziasse a buttare giù un qualcosa di realizzabile per lo Stadio non ho pensato “al progetto” ma ad “un progetto” per  uno stadio nuovo 

Un progetto che tenesse conto dell’attuale legislazione  e del rispetto delle regole.

Un progetto che tenesse conto dei cittadini che vivono intorno allo Stadio, nelle loro abitazioni, nei loro negozi, nei loro uffici.

Un progetto che tenesse conto dei tifosi e dell’esigenza di realizzare nuove curve all’interno di quello originarie, che non possono essere abbattute.

Un progetto che tenesse conto delle presumibili esigenze dell’ACF Fiorentina in termini di volumetrie ricettive e commerciali finalizzate

L’ho realizzato cercando di agevolare viabilità e parcheggi, fino ad arrivare a pensare all’utilizzo della terra proveniente dall’escavazione dei quattro piani interrati e dell’interramento del Viale Paoli.

Un progetto che può certamente essere migliorato, ma che deve fare stringere i tempi all’amministrazione per fare scelte coraggiose.

Non rimodernare lo Stadio Franchi non solo è un errore “tecnico” ma soprattutto “storico”.

Lo Stadio è la Fiorentina ma soprattutto lo Stadio è dei fiorentini.

E’ importante invece creare un principio: non possiamo accettare di perdere la nostra storia e la nostra identità per sottostare a una logica di mercato o, peggio ancora, ad un diktat, da qualunque parte esso arrivi: investitori, politici, tifosi. Dobbiamo rientrare nell’ordinarietà e ripensare al bene comune.  

Negli Stati Uniti, la cosa peggiore che puoi fare è  mancare alla parola data.

Dire che lo Stadio può essere realizzato in un area, per la quale viene fatto  un bando “finalizzato” per poi scoprire che il prezzo base d’asta è tre volte superiore a quello che ti era stato proposto, in America, porterebbe a dimissioni  immediate e messa al bando ed al pubblico ludibrio degli amministratori coinvolti.

Abbiamo visto che tutti si sono dati da fare per fare approvare un emendamento per derogare al legittimo controllo della Soprintendenza sul patrimonio culturale e storico – artistico della nostra città. Nessuno ha pensato a realizzare una nuova struttura in parte all’interno ed in parte all’esterno del Franchi, non snaturando ma semmai valorizzando le parti dello stadio che ne hanno determinato l’apposizione del vincolo .  Ho letto che, secondo alcuni,  il Franchi va traslato di 10 metri .

Ora, invece,  bisogna stare attenti a non commettere passio falsi. Il presidente Commisso non ci è andato leggero perché  non si fida più ma forse ha esagerato con la presa di posizione che oltra a delegittimare il Sindaco evidenziando come forse anche i Della Valle avevano ragione nel dire che era il Comune a non voler fare lo Stadio e che loro erano pronti con un progetto dell’architetto Massimiliano Fuksas, lo stesso che oggi proprio il Sindaco vorrebbe si occupasse della riqualificazione dell’area Mercafir.

E’ di oggi la notizia di una raccolta di firme da parte del centro di coordinamento viola club  perché il progetto possa concretizzarsi a breve: sono state raccolte 29582 firme.

Continuo a ribadire che l’ipotesi progettuale che ho depositato è la migliore e che in un momento di delegittimazione dello sport italiano da parte del Comitato Olimpico internazionale, il potenziamento strutturale di quella che potrebbe divenire la “cittadella olimpica” nel 2032, sarebbe un importante abbrivio per dimostrare organizzazione e competitività nell’ambito della partecipazione alla candidatura per l’organizzazione delle olimpiadi insieme a Bologna e Roma.

Il restauro dello Stadio  può partire entro pochi mesi e nel frattempo si dovrà provvedere alle varianti urbanistiche necessarie  a quelle che sono le esigenze sia  dell’investitore che del Comune di Firenze

Avevo promesso di presentare il progetto prima delle elezioni e l’ho fatto il 18 settembre, ho detto che mi sarei impegnato a proseguire nell’intento di fare rivalutare il progetto Franchi rispetto a quello della nuova realizzazione a Campi Bisenzio e sto continuando .

Si devono però abbassare i toni ed ognuno deve tornare a ricoprire il proprio ruolo.

Lo Stadio nuovo si può fare senza bisogno di escamotage legislativi, senza cambiare in corsa le regole, senza problemi di carattere strutturale, tenendo conto delle legittime aspettative dell’investitore e delle necessità anche di carattere istituzionale, del Comune di Firenze, quale proprietario e quale istituzione  delegata al controllo delle regole amministrative.

Quello che ho accertato in questo breve periodo che è stata la mia apparizione “diretta”  nel mondo della politica è l’ormai totale sparizione del mondo dell’essere che ha lasciato il posto al mondo dell’apparire. Tanti yes man. Tanti presunti consiglieri, sempre pronti a rimangiarsi in tre secondi quanto avevano affermato con convinzione pochi attimi prima. Esperti improvvisati e faccendieri senza scrupoli. Una sorta di Cinecittà con facciate credibili che in realtà sono mantenute in piedi solo da impalcature. Dietro, solo il vuoto. Il niente.

Nessuno si assume più responsabilità, nessuno riesce a dare indicazioni certe.

Si vive alla giornata, nell’improvvisazione più assoluta. Questo a tutti i livelli, dal Governo  centrale alle amministrazioni locali e gli organismi a questi collegati.   

Nessuno ha più il coraggio delle proprie idee.

Io ce l’ho e di seguito sintetizzo il mio “progetto di fattibilità”.

Giorgio Fiorenza