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VACCINAZIONE ANTICOVID OBBLIGATORIA? TROPPO PRESTO PER PARLARNE

Trovato, in tempi fortunatamente molto rapidi, il vaccino antiCovid, ecco che si è aperto un ampio dibattito se la vaccinazione debba essere resa obbligatoria, oppure lasciata facoltativa. Sinceramente, penso che quest’analisi sia troppo prematura, anche perchè siamo alle prime battute e quindi parlare di obbligatorietà, in questo momento, non ci pare il focus principale su cui accentrare le nostre attenzioni. L’argomento più rilevante, invece, a nostro avviso, è quello relativo al numero di dosi che saranno a disposizione per una platea mondiale, tenendo pure presente che sarà necessario, dopo una prima iniezione, prevederne un’altra a distanza di poche settimane. Quindi, occorreranno quantità non indifferenti di vaccino per poter giungere all’obiettivo della cosiddetta “immunità di gregge” passo fondamentale per mettere definitivamente all’angolo il Covid-19.

La speranza, pertanto, è che le case farmaceutiche coinvolte, riescano a tenere costantemente ritmi elevati di produzione, poichè, in caso contrario, la situazione diverrebbe di difficile gestione ed anche il 2021 potrebbe non rivelarsi, come tutti speriamo, l’anno giusto per sconfiggere il temibile virus. Quindi, più che dividerci fra chi punta a rendere obbligatoria la vaccinazione e chi, invece, auspica la libera scelta individuale, dobbiamo, come detto, sperare che il cronoprogramma vaccinale venga pienamente rispettato e che, quantomeno entro l’autunno, gran parte della popolazione abbia potuto essere sottoposta alla tanto agognata puntura. L’augurio è, comunque, che gli operatori sanitari si sottopongano in massa alla vaccinazione, così come è doveroso che tutti gli ospiti delle Rsa abbiano la priorità, seguiti da tutti coloro che hanno, parimenti, un’età anagraficamente avanzata. Dopo la Pfizer, sarà, quindi, fondamentale che altre ditte specializzate ottengano in tempi solleciti l’autorizzazione dagli organi competenti, ovviamente dopo i doverosi ed approfonditi controlli, ma, in tal senso, non bisogna sottovalutare minimamente l’appello dell’amministratore delegato della citata azienda che, molto onestamente, chiarisce come la sua società non possa da sola coprire tutto il fabbisogno di intere comunità. Lo ribadiamo: lasciamo ora perdere ogni sterile polemica relativa al fatto che si debba obbligare una persona a vaccinarsi, ma adoperiamoci affinchè tutti gli sforzi si concentrino maggiormente sull’agevolare una produzione di dosi che dovrà essere commisurata alle esigenze di decine di milioni d’individui. Il Coronavirus, infatti, ha provocato troppi lutti e drammatici risvolti anche economici per non agire, all’unisono, con determinazione contro una calamità che ha investito come un devastante ciclone l’intera umanità.

Maurizio Filippini

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