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Il lockdown porta l’utile delle assicurazioni alle stelle

Pochi giorni fa l’IVASS, l’Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni, ha pubblicato i dati riguardanti gli utili delle compagnie assicurative per il 2020, “annus horribilis” per la nostra economia in generale, ma a quanto pare non per il settore assicurativo.
Emerge, infatti, come gli utili delle compagnie di assicurazioni, con particolare riguardo al ramo danni, siano letteralmente volati in epoca di pandemia, segnando un +134,8% rispetto al 2019, per complessivi 1,5 miliardi di guadagno netto.

Si fa presto a capire da cosa dipenda questo eclatante risultato. Durante i lunghi periodi di lockdown, la limitazione degli spostamenti per i cittadini ha comportato un calo drastico dei sinistri stradali. Ed è evidente che se diminuiscono i sinistri, le compagnie hanno meno risarcimenti da riconoscere. Pertanto, a fronte del costante pagamento dei premi da parte degli automobilisti, le ridottissime uscite di cassa hanno determinato tale utile record.
Eppure, nonostante questa situazione, i costi medi delle polizze RC auto sono rimasti sostanzialmente invariati laddove sarebbe stato logico aspettarsi una significativa diminuzione dei premi annuali.

Ad alzare la voce e a denunciare quella che sembrerebbe essere una manovra altamente speculativa da parte delle compagnie sono le associazioni dei consumatori, da sempre in prima linea in tema di assicurazione obbligatoria, ma anche gli stessi agenti di assicurazione. Il presidente dello SNA (Sindacato Nazionale Agenti di Assicurazioni) Claudio Demozzi ha infatti criticato duramente come, pur avendo conseguito utili da capogiro “grazie” al lockdown, le compagnie non hanno posto in essere politiche di redistribuzione a beneficio della rete agenziale, costretta a sopportare un significativo calo della raccolta premi complessiva.

Massimo Quezel

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