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Il ritorno della Chiesa Cattolica alle sue origini, quale chiesa che parla alle coscienze…

PRESUPPOSTO DI UNA “AUTENTICA CASA COMUNE EUROPEA” ED A TUTELA DELLA CIVILTA’ E DELLA CULTURA DI OGNI SINGOLO POPOLO E DI OGNI SINGOLA NAZIONE.

Questa mattina sfogliando “La Verità”, ho letto un interessante articolo del prof. Ettore Gotti Tedeschi, dal titolo “La sofferenza può aiutare l’uomo ma serve una Chiesa che gli parli”, che trattava un tema su cui si sono soffermati negli ultimi anni numerosi teologi, filosofi e studiosi della materia, chiedendosi il professore, mi sia consentita questa sintesi, se sia auspicabile per il cristiano che la Chiesa tratti maggiormente questioni legate a temi aventi natura politica ed economica, anziché questioni legate all’Aldilà, alla “salvezza delle anime”, alla dottrina sociale della Chiesa ed alla coscienza di ciascuno.

E’ una riflessione che coinvolge tutti noi, compresi coloro che si definiscono atei così come i fedeli di religioni diverse da quella cristiana e, in particolare, da quella cattolica, in quanto tutti comunque chiamati a fare i conti con quel Segno (“in hoc Signo”) che contraddistingue il nostro Evo (il Crocifisso). Ora, nessuno può dubitare che la Chiesa negli ultimi anni abbia subito forti cambiamenti, in particolare successivamente alla renuntiatio di Papa Ratzinger risalente all’anno 2013, renuntiatio alla quale ha fatto indiscutibilmente seguito un quantomeno apparente allontanamento della Chiesa romana dai temi che ne hanno contraddistinto la vita per oltre duemila anni (morte, resurrezione, salvezza delle anime, Aldilà, diritto del nascituro et cetera), ed un avvicinamento della stessa a temi più propriamente politici ed economici, quali l’ambiente (che certamente deve essere tutelato), l’effetto serra, il diritto alla migrazione, assumendo la Chiesa le caratteristiche proprie di una Chiesa dialogante con il mondo ma in funzione di quel materialismo e di quel nichilismo contro cui hanno ripetutamente puntato l’indice sia Papa Ratzinger sia Papa Giovanni Paolo II a salvaguardia dei principi propri della Chiesa cattolica e della cosiddetta legge naturale, pertanto di quei principi che compongono anche la legge morale. Quanto sta accadendo, come ben evidenziato da Antonio Socci nel suo libro “Il Dio Mercato, la Chiesa e l’Anticristo”, risponde a quella ottica globalista e neocapitalista (mercantista) che è quantomeno indifferente, se non contraria, alla religione cattolica ed ai principi spirituali e morali espressi per duemila anni dalla stessa, definiti “non negoziabili” dallo stesso Cardinale Ratzinger . Tant’è che da più parti si parla apertamente di apostasia, quale conseguenza della negazione piena della legge divina e naturale e del predetto relativismo che, come descritto dal cardinale Joseph Ratzinger nell’anno 2005, “ non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura di tutte le cose l’io e le sue voglie”. Possiamo pertanto essere indotti a pensare che la surrichiamata renuntiatio di Papa Ratzinger non sia in realtà dovuta alla debilitas corporis ed alla infirmitas personae, concetti che ricondurrebbero alla grande rinuncia di Papa Celestino V, bensì alla presa di coscienza di costituire il medesimo l’ultimo baluardo (il cosiddetto “Katechon”, colui che trattiene) rispetto alla predetta rivoluzione dottrinale e liturgica, caldeggiata ed indotta dai seguaci del mercatismo sfrenato (globalismo) così come dalla cosiddetta Chiesa “fusca” denunciata dal teologo Ticonio, quel Katechon che comunque, come rappresentato da San Paolo, un giorno dovrà lasciare questa sua fondamentale funzione affinché con la Parusia, Gesù possa distruggere in maniera definitiva l’Anticristo che nei primi anni del 1900 il teologo russo Vladimir Sergeevic Soloviev già identificava con l’imperatore posto a capo degli Stati Uniti d’Europa, in una ottica globalista e di edonismo sfrenato. Al cospetto di siffatta situazione è legittimo chiedersi se la Chiesa saprà recuperare, già in questa fase, quel ruolo di guida spirituale che ha marcato l’occidente, anche a salvaguardia di quel sano nazionalismo che nega il nichilismo imperante, e che riporta alla cultura ed alle tradizioni di un popolo e di una civiltà. Solo in siffatta maniera, pertanto con un richiamo alle tradizioni proprie della Chiesa cattolica che Ticonio definirebbe decora, composta dai fedeli di Cristo, sarà possibile creare una casa comune europea, come evidenziato da Papa Benedetto XVI nel lontano 2007 : “…emerge chiaramente che non si può pensare di edificare un’autentica casa comune europea trascurando l’identità propria dei popoli di questo nostro Continente. Si tratta infatti di una identità storica, culturale e morale…un’identità costituita da un insieme di valori universali, che il cristianesimo ha contribuito a forgiare, assumendo così un ruolo non soltanto storico, ma fondativo nei confronti dell’Europa. Tali valori, che costituiscono l’anima del Continente, devono restare nell’Europa del terzo millennio come fermento di civiltà. Se infatti essi dovessero venire meno, come potrebbe il vecchio Continente continuare a svolgere la funzione di lievito per il mondo intero?”. Ove tutto ciò non dovesse avvenire, ci troveremmo esposti al rischio evidenziato dal prof. Gotti Tedeschi nel suindicato articolo, che le persone siano indotte in relazione alle questioni di coscienza “a preferire ispirarsi a Shakespeare piuttosto che alla dottrina anche sociale della Chiesa” dovendo ogni individuo fare i conti con quello che il professore definisce un nuovo “umanesimo denso di cinismo”.

Avv. Silvio Pittori