LAVORO, L’OCCUPAZIONE PART TIME E’ IN CRESCITA E SOFFRE PER COLPA DEL COVID.
In realtà non è proprio una novità del 2020. Non è colpa della pandemia se l’occupazione dipendente a tempo parziale è cresciuta sempre di più negli ultimi anni, al punto da raggiungere percentuali che fino a poco tempo fa ci sarebbero sembrate davvero assurde. La verità è che la crisi economica e la fase recessiva che ha seguito gli anni bui del 2008 hanno fatto sbalzare i numeri sui tassi occupazionali. Fino a quel momento, infatti, il lavoro dipendente a tempo pieno era rimasto sostanzialmente stabile, almeno nel settore industriale, ed in crescita nei servizi di mercato. Ma cosa è successo subito dopo?
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Ce lo dice l’Istat con l’ultima rilevazione dal titolo “I nuovi indicatori sulle posizioni lavorative dipendenti per tempo di lavoro”, diffusi nei giorni scorsi dall’Istituto Nazionale di Statistica. Stando a questo report, infatti, negli ultimi venti anni il lavoro part time si è diffuso in modo rapido. Tanto che nel 2019, in media, il 30% dell’occupazione dipendente è a tempo parziale. Ma per capire l’incidenza di questa percentuale dobbiamo esaminare il dato più nel dettaglio. Perché dal 13% dell’industria passiamo ad un 37% nei servizi di mercato, per raggiungere l 56% nei servizi personali e sociali.
“La componente part time – osserva l’Istat – registra una crescita ininterrotta a partire dal 2000 che ha permesso di attenuare il calo dell’occupazione complessiva, soprattutto nelle fasi di maggior depressione. La crescita è stata più rapida nel comparto dei servizi e, in particolare, nei servizi personali e sociali, dove la prevalenza di contratti a tempo parziale si associa a una dinamica occupazionale sempre positiva”. Insomma, numeri che fanno certamente riflettere, alla luce di una crisi economica aggravata dalla pandemia che da un anno ha stravolto le nostre vite, private e lavorative. Tra l’altro, sono proprio gli occupati part time che nel 2020 hanno sofferto maggiormente a causa della sospensione (e in alcuni casi della chiusura) delle attività per Covid-19. Dice sempre l’Istat che la caduta occupazionale del 2020 è stata più sentita nel settore dei servizi, e soprattutto nei servizi di mercato, crollati nel secondo trimestre. Drastico calo anche per l’occupazione in somministrazione e per l’industria.
Irma Annaloro