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Le nuove regole per le riaperture. Buone notizie per i ristoratori

La proprietaria di un locale, sotto la pioggia, porta via i tavoli e le sedie. Quella pedana in legno, all’esterno del suo locale – un piccolo ristorante poco fuori il quartiere Prati di Roma – si svuota. La pioggia continua a cadere lenta. Lentissima. Ma tanto, i clienti non arriveranno mai. Sono le 20,00 di un venerdì qualunque. Anzi, no. Non proprio qualunque. Perché è il terzo venerdì dopo le prime riaperture che il Governo ha approvato a fine aprile. Il caso ha voluto che ben due fine settimana su tre fossero bagnati dalla pioggia. Sfortuna? No, il destino. Quasi una beffa per i ristoratori che, finalmente, sono ripartiti con pranzi e cene. Sì, ma solo all’esterno. E le avverse condizioni del tempo hanno rovinato la festa.

E l’hanno rovinata anche alla ristoratrice che venerdì scorso si è rimboccata le maniche, ha tirato quel sospiro di sollievo ed è andata avanti fino alle 22. Perché bisogna pensare anche a quei quattro dipendenti (su quindici in tempi pre Covid) che è riuscita a tenere all’interno del suo locale. “Ma cosa ce ne facciamo dei pranzi al chiuso? – si rivolge a me parlando del penultimo decreto che prevedeva la possibilità per i ristoranti e i bar di servire solo il pranzo anche all’interno del locale – Noi abbiamo bisogno di poter garantire anche il servizio della cena”.

Parole che, forse, sono state più che ascoltate dal Governo che proprio ieri, dopo la riunione della cabina di regina, ha varato l’ultimo decreto riaperture. E le novità sono parecchie. Perché oltre allo spostamento del coprifuoco dalle attuali 22 alle 23 (entrerà in vigore mercoledì, cioè il giorno dopo la pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale), c’è il via libera per le attività di ristorazione di servire anche la cena, oltre al pranzo, nelle sale interne dei locali (e i bar potranno tornare a servire il caffè al bancone dalle 5 alle 18). Insomma, finalmente una scelta dettata dal buon senso. Perché permettere ai ristoratori di poter garantire un doppio servizio potrà solo aiutarli a rialzarsi dopo mesi e mesi di chiusura forzata.

Cosa prevede ancora il nuovo decreto sulle riaperture? Dal prossimo fine settimana i centri commerciali resteranno aperti al pubblico. Via libera anticipato per le palestre che potranno tornare a riaprire già dal 24 maggio. Resta la data del 1 luglio per piscine al chiuso e centri benessere. A partire dal 1 giugno sarà ammessa la presenza del pubblico a eventi e competizioni sportive che si svolgono all’aperto – per quelle al chiuso bisognerà aspettare ancora un mese – e comunque con una capienza massima fissata al 25%. Buone notizie anche per i matrimoni, battesimi e lauree. Si potrà tornare a festeggiare dal 15 giugno. Ma ad una condizione. Si chiama “Green pass”. Tradotto, una sorta di certificato di vaccinazione, quello di avvenuta guarigione o un tampone negativo fatto nelle 48 ore precedenti. Restano con le saracinesche abbassate sale da ballo e discoteche, sia al chiuso che all’aperto. Mentre dal 1 luglio potranno tornare le attività all’interno de centri culturali, sociali e ricreativi.
Irma Annaloro

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