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Al via lo smantellamento dei decreti sicurezza. “Lo sdegno per la realtà delle cose; il coraggio per cambiarle”.

Sant’ Agostino amava ripetere che “se non è rispettata la giustizia, che cosa sono gli Stati se non delle grandi bande di ladri?”

Ed è purtroppo questo quello che mi torna in mente dal momento in cui con una politica sempre più scellerata e dannosa per l’ Italia, questo Governo, in virtù di quei pregiudizi di cui è prigioniero, superando ogni giudizio e ragionevolezza, si accinge ora a mettere mano ai “decreti sicurezza” al fine di smantellarli mandando sotto processo un ex ministro della repubblica che ha solo avuto il coraggio di alzare la testa e fare il proprio dovere nell’ esclusivo interesse dell’ Italia stessa.  

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Un disegno a dir poco diabolico portato avanti sulla nostra pelle. La cosa peggiore è che tutto questo avviene nella più completa rassegnazione da parte della stragrande moltitudine dei cittadini ormai stanchi di vedere la propria terra derisa ed invasa impunemente da parte di migliaia e migliaia di clandestini che senza alcun diritto (non scappano da nessuna guerra), ma solo in virtù di un disegno criminoso imbastito da scafisti, trafficanti di esseri umani ed organizzazioni internazionali che nello smantellamento degli Stati stanno impiegando capitali a dismisura, continuano ad invadere interi quartieri e periferie delle nostre città di delinquenza, spaccio e prostituzione per non parlare poi di potenziali lupi solitari (la Parigi di queste ore insegna di ciò che ci stiamo portando in casa).

Si dice sempre parafrasando Sant’ Agostino che “Qualsiasi evento storico, per quanto nefasto possa essere, è sempre posto su di una via che porta al positivo ed ha sempre un significato costruttivo”. Eppure in tutto questo con tutti gli sforzi possibili questo dato non pare affatto emergere.

Per dirla tutta, più volte nelle mie pubblicazioni giuridiche, così come da ultimo in una miscellanea edita da Franco Angeli editore ” Le misure preventive e i divieti introdotti dalla l. 18 aprile 2017, n. 48, come modificata dalla l. 1 dicembre 2018, n. 132”, in “La sicurezza delle città” (a cura di) G.G. Nobili, T. F. Giupponi, E.Ricifari, N. Gallo, ho parlato di decreti sicurezza “tra luci ed ombre”, non nascondendomi dal punto di vista dei principi generali dell’ ordinamento dello Stato alcune criticità e velati vulnus di costituzionalità.

Ma ciò non toglieva che la matrice di fondo e la ratio legis di tali interventi normativi era assolutamente nella direzione di restituire e offrire precisi strumenti giuridici a coloro che hanno nella loro mission il recupero della legalità e della sicurezza nelle città, siano esse forze dell’ ordine a competenza generale, sia, a maggior ragione, esse  quelle forze di polizia a competenza locale.

Misure come il “divieto di stazionamento”, l’ “ordine di allontanamento”, il “divieto di accesso urbano” (dacur) nei confronti di spacciatori e professionisti della guerriglia, così come la possibilità di allontanamento di spacciatori nei pressi delle scuole o violenti nell’ ambito dei locali o ancora il ripristino delle misure di tutela del riposo dei cittadini mediante un rafforzamento dei poteri di ordinanza dei sindaci o ancora il contrasto al commercio clandestino di materiale contraffatto o abusivismo commerciale e tanto altro, ivi compreso la fornitura del taser alle forze di polizia locale al posto di inutili armi da fuoco, erano misure che avrebbero semmai meritato un loro affinamento piuttosto che una loro obnubilazione. Misure che andavano nella direzione di liberare stazioni, impianti di trasporto vie e piazze, monumenti, chiese e luoghi a vocazione turistica, già trasformate in dormitori,  orinatoi,  teatri di spaccio  e prostituzione, in luoghi vivibili e da restituire ai cittadini, nonostante stravaganti idee in nome di una pseudo libertà per la quale il “brutto e sporco” è bello specie se accompagnato da un po’ di fumo ed alcool. Ma, come dire, “L’abitudine a cui non poniamo resistenza diventa necessità.”

E che vi era la necessità di sgomberare il campo dagli ultimi baluardi di legalità laddove venivano sanzionate  con pesanti multe amministrative le flotte di scafisti mascherati da navi ong al soldo della criminalità che continuano imperterrite a scandagliare il mare alla ricerca di pseudo falsi salvataggi in occasione dei quali troppo spesso trafficanti senza scrupoli sacrificano vite umane queste si vere mentre i falsi buonisti si voltano dall’ altra parte.

Così come è altrettanto vero che pare sia avvertito da questo Governo il bisogno, dopo la maxi inutile sanatoria di clandestini, di  ripristinare il meccanismo truffa che permette ai non aventi diritto (migranti economici) di munirsi di permessi di soggiorno attraverso false richieste di asilo. E questo non “una tantum”, bensì “una semper” per la gioia di cooperative e organizzazioni che sull’ accoglienza lucrano (e non poco) attraverso il perverso meccanismo degli sprar, dei sussidi e delle prebende nelle quali vengono convogliati e prosciugati dalle casse dello Stato milioni e milioni di euro (vedasi da ultimo le navi quarantena ed altro) sottratti ai cittadini, ai cassa integrati ai senza tetto o ai terremotati ad oggi ancora senza casa.

Davvero una vergogna nella vergogna. Soldi alimentati da un incremento del debito pubblico per il quale non si ha remore ad andarsi ad indebitare ulteriormente verso coloro che hanno a cuore l’ annichilimento della nostra Italia a beneficio della troika spacciando per sussidi a fondo perduto ciò che in realtà sono prestiti a tutti gli effetti con tanto di interessi.

E’ tuttavia ormai chiara la deriva a cui ci si sta volgendo con lo smantellamento degli ultimi mezzi di difesa e poi, pare già di rivederlo all’ orizzonte, statene sicuri sarà la volta del famigerato jus soli per la beata completa islamizzazione delle nostre generazioni future atteso l’ attuale trend demografico autoctono.

Ma si badi bene, non si tratta qui di avere un idea razzista della società o il “rifiuto dell’ altro”. Tutt’ altro. L’ accoglienza e la solidarietà checché se ne dica è nel nostro dna ed è giusto che così sia se si vuole davvero una società migliore ed inclusiva. Il problema è che si stanno creando fondate sacche di paura e di rifiuto laddove non ce ne sarebbero mai state, nel momento in cui dall’ accoglienza regolata ed ordinata attraverso piani di sviluppo interno e reale sostegno nei riguardi di Paesi in via di sviluppo, si sta passando ad una invasione incontrollata a cui non possiamo assolutamente far fronte.

Ed è inutile sperare nella revisione dei trattati o del trattato di Dublino. Sappiamo che ciò non avverrà mai anche se per paradosso io ritenga lo si debba mantenere ed applicare davvero. Ci si dimentica infatti che le navi, tutte le navi, battono una loro bandiera ed in esse vige il principio della extraterritorialità. Di conseguenza il Paese di primo approdo dei clandestini sarebbe quello della cui nave “di salvataggio”  batte bandiera. E seppure attraccano nei nostri porti è in quel Paese che i clandestini andrebbero trasportati immediatamente. Se solo si avesse il coraggio di applicare questo elementare principio di diritto internazionale (pacta sunt servanda), sono bene sicuro che di qui a poco, questo giochino a spese di Italia, Malta, Grecia e Spagna finirebbe subito.

Non è quindi il “diverso” ad essere il problema, anzi diverrebbe davvero una risorsa. Bruno Romano affermava che nel “riconoscimento” abbiamo la relazione giuridica fondamentale. Ma per riconoscere non abbiamo una monade bensì un’altra entità che deve rimanere tale con la sua cultura, le sue tradizioni ed il suo credo religioso e che non si vede per quale motivo si debba assimilare o forzatamente integrare. E poi chi ha il diritto di integrare chi nella falsa presunzione, questa si, di una superiorità preconcetta del primo verso il secondo. E’ nella diversità che vi è ricchezza e le persone tutte le persone non vanno giudicate in base a razza, convinzioni o etnie, ma solo e soltanto in relazione alle loro azioni.

E’ la legalità ed il rispetto delle regole del Paese che ospita quello che va preteso. Non altro. E la prima regola da rispettare nei confronti di un Paese che ospita è proprio quella di bussare alla porta della casa quando si vuole entrare e non entrarvi forzatamente o immettersi in essa clandestinamente.

Una pagnotta di pane, diceva una antica tradizione, per quanto grande se la tagli in fettine sempre più piccole alla fine non sfamerà nessuno ed alimenterà solo la lotta e la legge del più forte.

Non so come sarà l’ iter parlamentare dei disegni di legge che verranno presentati alle camere al fine di demolire o sostituire i decreti sicurezza. So solo che vedo vacillare la possibilità di impedire questa ennesima beffa sulla pelle dei cittadini che avrebbero bisogno di ben altri provvedimenti in materia di scuola, di lavoro, di previdenza, aiuto alle famiglie e alle imprese e quindi sviluppo ed innovazione. Non elemosine e sussidi a perdere.

La verità è che “da due pericoli bisogna guardarsi: dalla disperazione senza scampo e dalla speranza senza fondamento. Ma “la speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose ed il coraggio per cambiarle.” Ma questo lo diceva appunto Sant’ Agostino; non certo uno qualunque.

Mauro Mancini Proietti