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Ne usciremo migliori? Forse sì

Mantra indiscusso del lockdown della scorsa primavera. Mentre fuori dilagava una pandemia mondiale e il Governo ci costringeva ad una vita all’interno delle mura domestiche, “andrà tutto bene” era l’unica frase che più di ogni altra cosa ha ridato un briciolo di speranza a milioni di italiani, rafforzando anche il senso di un’identità nazionale che sembrava persa sotto certi aspetti. Insieme a “ne usciremo migliori”. Ma sarà davvero così?

A leggere alcune iniziative partite in diverse zone del Paese, sembrerebbe di sì. Un’attività di ristorazione di Montecatini Terme, a poche ore dalla notizia che anche la Toscana sarebbe stata compresa nelle aree della zona arancione, si era resa disponibile per offrire un pranzo da asporto ai più bisognosi. Una decisione dettata, sì, dall’improvvisa chiusura del locale e dall’impossibilità a vendere la merce acquistata prima che il Governo annunciasse l’ingresso di altre cinque regioni in zona a rischio medio-alto. Ma che restituisce un’immagine di un Paese che, nonostante le difficoltà economiche, riesce ancora a dimostrare quel senso di solidarietà nei confronti di chi è più sfortunato di noi. Un gesto che non bisogna dare per scontato. Specie in un Paese, il nostro, pressato dal tentativo di ridurre la società ad uno stato di forte individualismo. Dove l’obiettivo non è più il bene comune, ma il bene per se stessi. E basta. Alla luce, poi, di un’economia messa in ginocchio da chiusure forzate e decise da ordinanze e DPCM (di cui ormai si fa fatica a tenerne il conto) e da continue perdite di posti di lavoro e crescita della disoccupazione.

Quello di Montecatini, peraltro, non è neppure un caso isolato. Perché qualche giorno prima è successo anche a Palermo. Dove una gelateria del centro storico ha deciso di regalare il suo prodotto artigianale all’indomani dell’ordinanza del ministero che aveva individuato nella regione siciliana un territorio a rischio medio-alto, imponendo restrizioni più severe come la chiusura di bar, pasticcerie e ristoranti.

Ma in fondo, quello a cui stiamo assistendo oggi è la trama di un film che avevamo già visto nel corso del lockdown della scorsa primavera. Molti imprenditori si erano resi disponibili ad aiutare i più bisognosi, dimostrando un senso di solidarietà sopra la media. Come Gianni Bernardinello (scomparso dopo aver contratto il Covid) che aveva deciso di andare incontro ai milanesi presi alla sprovvista dalle chiusure imposte, regalando panini e brioche prodotti dal suo antichissimo forno di via Paolo Sarpi.

Insomma, mentre le tasche degli italiani si svuotano, anima e cuore si riempiono. Si riempiono di buone azioni e segnali di speranza per il futuro del nostro Paese. La pandemia ci sta dando una grandissima lezione di vita: navighiamo tutti in acque difficili e l’unico modo per non affondare è quello di darci la mano. Tutti. E allora viene da pensare che probabilmente, sì, ne usciremo migliori di prima.

Irma Annaloro