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PRESTO L’ OBBLIGO DEL GREEN PASS PER PRENDERE ANCHE SOLO UN CAFFE’: POTEVA SEMPBRARE UNA BARZELLETTA MA E’ INVECE REALTA’….E PURTROPPO NON RIGUARDA SOLO IL CAFFE’ di Mauro Mancini Proietti

Decreto Zan, riforma della giustizia ed ora la questione del green pass solo per dirne alcune. Non può certo dirsi che le vie per governare del Gabinetto Draghi non siano irte di ostacoli: ostacoli non tanto dettati sulla difficoltà di impostare una ripresa economica del Paese come dovrebbe essere normale in un Paese normale. Ostacoli invece per lo più dettati a bene guardare dalla composizione di questa surreale maggioranza ove troppo diverse soprattutto sotto il profilo ideologico seno le diverse vedute.

Ma se sul piano economico le questioni sono serie ma sicuramente approcciabili con pragmatismo ed oculatezza economico finanziaria, per le altre questioni il discorso si complica venendo per lo più in rilievo questioni assai delicate che vanno dalla libertà di coscienza ad una diversa sensibilità sotto il profilo dei diritti della persona. E lo dicono bene le ripetute schermaglie tra i leader che compongono l’ attuale maggioranza e principalmente tra Salvini da una parte e Letta dall’ altra con Forza Italia e Cinque stelle a recitare la parte di terzo  incomodo.

Ma cerchiamo di andare con ordine partendo proprio dai presupposti di carattere economico essendo questi, ora che risulta approvato il Piano Nazionale di Rinascita e Resilienza, il vero spartiacque del nostro futuro perché se da una parte è indubbio l’ arrivo di molti soldi, dall’ altra è indubbia l’ assunzione di cospicui debiti che si riverseranno sulle generazioni future: di qui o il mutuo sarà utile a finanziare  l’ acquisto della prima casa o a garantire l’ istruzione dei figli, e lo potremmo quindi definire un debito buono, ovvero  serve a finanziare viaggi e feste o acquisto di cose superflue e allora potremmo definirlo debito cattivo e di sicuro poco remunerativo. Praticamente le due nuove forme di devozione verso il credito appena maturato con i recovery fund oramai percepito come “entità onnipotente i cui sacerdoti elargiscono ricchezze (l’Unione Europea) e il suo antidoto ossia il modo con cui queste ricchezze verranno utilizzate e a cui noi affidiamo le nostre uniche speranze di salvezza. Ma fin qui sono le leggi dell’ economia e della finanza così come il corretto uso della “diligenza del bon padre di famiglia” a poterci venire in soccorso.

Cosa diversa gli altri temi: decreto Zan, riforma della giustizia e ora il Green Pass (di cui almeno uno forse troppo di distrazione di massa), ad essere di difficile districazione essendo forse troppo pervasi da pregiudizi ideologici. 

Sul decreto Zan, la sua assurdità se non la sua inutilità e dannosità sotto il profilo della libertà di idee e di convinzioni politiche religiose e culturali, credo sia stato detto tutto e il contrario di tutto e solo l’ ottusità può a questo punto sostenere il contrario. Sappiamo fin troppo bene come  la tirannia è spesso nascosta sotto le troppe leggi ed il conseguente rischio di una loro opinabile interpretazione da parte dei loro giudici naturali come risulta semplicemente dimostrato dalla storia. E sappiamo altrettanto bene che chi non conosce la storia è destinato nel tempo a ripetere in futuro gli stessi errori.

E siamo quindi ai giudici, alla magistratura e alle necessità di una loro riforma per arrivare al successivo tasto dolente. Ma anche qui la gioca da padrone il pregiudizio rispetto al giudizio tra pseudo garantisti e pseudo giustizialisti, mentre le esigenze costituzionali di una loro dipendenza continua ad essere una simpatica fiaba per bambini ove si continua a mentire sapendo di mentire: se il nostro è un processo accusatorio e non più inquisitorio   ecco che allora il nostro processo è un processo di parti, accusa e difesa, di cui solo una, il giudice appunto, deve essere giustamente imparziale ed autonomo e per il quale come potere dello Stato ben valga il principio della separazione dei poteri. Ma così non è per le parti in giudizio, accusa e difesa essendo entrambi portatori di un interesse particolare e non generale. E se è parte e non giudice, se deve essere rappresentativo di un interesse suo particolare a che vale per lui l’ esigenza di potere autonomo e separato? Nel mondo anglosassone da cui abbiamo tratto il processo accusatorio, non è forse la pubblica accusa  definita l’ Avvocato dello Stato? E se questo è vero sarà allora altrettanto sacrosanta l’ esigenza di una separazione delle carriere riservando semmai l’ indipendenza a quei magistrati che non sono parti nel processo ossia a giudice. Ma è altrettanto ideologica la questione della obbligatorietà dell’ azione penale (altra favola per bambini anche essa superata e spiegata dalla storia oltre che dalla natura delle cose), così come quella della prescrizione tra processi infiniti ed un trattamento dell’ indagato quasi una condanna anticipata con buona pace della presunzione di innocenza, e la questione della giustizia spettacolo. E’ allora aberrante parlare anche di responsabilità dei giudici e dell’ applicazione del sacro principio del “chi sbaglia paga” come per tutte le altre categorie professionali? E non vi sarà alcuna paralisi della giustizia così come non vi è stata alcuna paralisi della medicina a seguito della responsabilità professionale del medico. E credo siano proprio i numeri della applicazione della “legge Pinto” (il risarcimento dei  danni per mancata o cattiva giustizia) a stare li a dimostralo essendo l’ Italia nella non invidiabile posizione di chi vanta il primo posto tra i Paesi chiamati appunto a rinfondere i danni.

E siamo all’ ultimo tormentone: il  Green Pass necessario anche solo per prendere un caffè al chiuso. Anche qui una questione ideologica che si fonda sulla obbligatorietà o meno dei vaccini ma, e soprattutto, con l’ interferenza con i “trattamenti sanitari obbligatori” ove nel caso dei vaccini vengono in gioco la libertà individuale di non volersi vaccinare e quindi il diritto del singolo, con la contrapposta esigenza del diretto alla prevenzione e alla sicurezza pubblica e quindi con il diritto dei molti. Inutile anche solo tentare di risolvere la querelle essendo alla fine un problema di coscienza sia individuale che collettiva.

Quello che invece è risolvibile e sin da subito è l’ applicazione di un altrettanto principio di diritto che da tempo è stato introdotto nel nostro ordinamento come  nell’ ordinamento  internazionale ed in particolare Europeo: il “principio di proporzionalità”, ossia quello del minor sacrificio possibile della libertà e l’ utilizzo graduale dei vincoli e delle fonti di diritto in piena aderenza al bene della vita ed agli interessi (collettivi) che si vogliono perseguire imponendo il minor sacrificio possibile.

Praticamente la regola del buon senso che ci indurrebbe semmai a sostenere, in alternativa al velato intendo di imporre la vaccinazione obbligatoria per tutti, molto più semplicemente l’ adozione di alcune cautele come l’ uso della mascherina e, semmai, in alcuni casi il distanziamento (una delle regole più recenti per il vero maggiormente  disattesa se non sistematicamente ignorata).

Spiace che un Europeista convinto come Draghi questo principio, che è proprio di matrice europea, non l’ abbia colto o non lo poteva cogliere confondendo il bon senso della vaccinazione con la sua obbligatorietà che a giudizio di chi scrive avrebbe una sua ragion d’ essere solo ed esclusivamente nei confronti di alcune categorie professionali in cui il pubblico interesse debba avere necessariamente il sopravvento come ad esempio nel casso delle professioni sanitarie

Ma  forse era chiedere troppo a chi molto più semplicemente come di si diceva in premessa è costretto a condividere e convivere con le troppe anime a cui per necessità più che per virtù deve la stessa possibilità di sopravvivere sfumata qualsiasi possibilità a suo tempo di tornare a libere elezioni.

Per cui più che la logica ed il buon senso, si teme che ancora per molto tempo a prevalere siano gli equilibrismi a cui in fondo in Italia siamo molto abituati.

Peccato che in gioco, in questa come in molte altre questioni (si veda il fenomeno immigratorio e l’ aspirazione allo jus soli soltanto a citarne alcune), vi sia il futuro del nostro Paese e delle nuove generazioni su cui come si diceva in premessa si riverserà l’ incredibile debito dei nostri prestiti e che quindi tutto ci si possa permettere meno che di decidere di non decidere e tirare avanti un po’ di qua ed un po’ di la per scontentare  meno possibile gli alleati/nemici. E per qualcuno di loro (vedi reddito di cittadinanza), lo si sa, tengono famiglia e più o meno tutti sono uguali….ma qualcuno è più uguale degli altri e lo spettacolo è destinato a durare anche se per vederlo anche li presto occorrerà munirsi di Green Pass altrimenti solo posti in piedi e fuori.

Mauro Mancini Proietti

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