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Quanto vale l’autonomia regionale?

Il lockdown della scorsa primavera ci aveva abituato ad uno scontro tra Regioni e Governo che, talvolta, si era consumato di fronte al Tar. Prove ne sono state l’impugnazione dell’ordinanza della Calabria, che aveva disposto la riapertura di bar e ristoranti all’aperto lo scorso aprile, o il ricorso presentato dal Governo contro la decisione del presidente della Regione Marche, che aveva chiuso scuole e università a febbraio andando in una direzione più restrittiva rispetto a quanto previsto a livello nazionale. Ma questo solo per fare un’esempio. Perché adesso, con una seconda ondata alle porte e di fronte all’incognita di un nuovo isolamento sociale, il dibattito sul peso delle ordinanze locali fa il paio sul valore dell’autonomia regionale.

Mentre Veneto e Lombardia la rincorrono per dar seguito ad un referendum che si è tenuto qualche anno fa, l’Alto-Adige la cavalca e, in beffa all’ultimo Dpcm, ha predisposto misure meno restrittive. Il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, ha firmato un’ordinanza che posticipa, rispetto all’orario fissato dal decreto del presidente del consiglio dei ministri, le chiusure per bar (ore 20) e ristoranti (ore 22). E questo, ha spiegato il presidente altoatesino, “in virtù dei margini di manovra concessi dalla autonomia e dalla legge provinciale sulla fase 2 dello scorso maggio”.

E ora, dopo il Trentino che ha emanato un’ordinanza simile, anche la Sardegna potrebbe seguire l’esempio della provincia autonoma di Bolzano. E adottare nelle prossime ore un’ordinanza che potrebbe contenere, tra le misure, lo slittamento della chiusura di bar e ristoranti alle 23, riduzione considerevole degli ingressi nell’isola e didattica a distanza per le scuole superiori.

Insomma, il caos più assoluto. Che divide l’Italia, con il rischio di far viaggiare il Paese su un doppio binario. E che, tra l’altro, incrementerebbe i mal di pancia di chi, come il governatore Zaia, sta conducendo una lunga battaglia sull’autonomia del suo Veneto. E che, di fronte alle deroghe dell’Alto Adige, ribadisce ancora una volta l’importanza dell’autonomia regionale per – ha precisato – “questa possibilità di autogoverno, non per i soldi”.

Cosa succederà adesso? Il Governo impugnerà le ordinanze locali o rispetterà i principi di autonomia regionale? E’ bene dire che di fronte allo stato di emergenza (in vigore fino al 31 gennaio) il Governo si è attribuito il potere di modificare la ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni, lasciando alle amministrazioni locali margini di manovra solo in senso restrittivo rispetto ai DPCM. Ma è pur vero che le procedure di impugnazione richiederebbero dei tempi che, a questo punto, consentirebbero alle due province autonome di mantenere le deroghe rispetto alle disposizioni del Governo. Che, nel caso dell’Alto Adige, si allungherebbero ancora di più, dato che, trattandosi di un provvedimento che poggia su una legge, la questione dovrebbe essere rimandata alla Corte Costituzionale.

Irma Annaloro