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L’intelligenza artificiale sostituirà gli sceneggiatori?

Negli ultimi anni si sente parlare sempre più spesso di intelligenza artificiale e del suo impatto in tutti i settori. L’industria dell’intrattenimento, da parecchio tempo, ha cominciato ad utilizzare i Big Data per comprendere al meglio i gusti degli spettatori e, negli ultimi anni, ha investito sempre di più in sistemi predittivi che arrivano persino a scrivere vere e proprie sceneggiature. Questi sistemi sono delle intelligenze artificiali prestate al cinema che, dopo aver ingerito un’immensa mole di dati sui consumatori e una grande quantità di sceneggiature preesistenti, sono in grado di redigere testi per il settore audiovisivo.

Ormai un’intelligenza artificiale è in grado di prevedere con un accuratezza dell’70% se una sceneggiatura avrà successo oppure no. Per capirlo gli basta scomporre gli elementi che definiscono la storia (caratteristiche dei personaggi, struttura della trama, stile dei dialoghi, interazioni, eventi drammatici…), rappresentarli sotto forma di parametri numerici e confrontare i dati della sceneggiatura che sta analizzando con tutti i dati relativi ai film del passato.
Dal momento che l’intelligenza artificiale sa valutare i gli elementi di una buona sceneggiatura può anche essere in grado di produrne una. Il motore dietro qualsiasi testo generato da un’intelligenza artificiale è il cosiddetto modello di linguaggio, ovvero un modello statistico che è in grado di scrivere un testo prevedendo ad ogni parola, la parola successiva, con un funzionamento simile a quello dei suggeritori automatici di testo presenti su ogni smartphone. Al giorno d’oggi, questi modelli linguistici sono spesso implementati utilizzando tecniche di deep learning, in questo modo il software impara a scrivere un certo tipo di testo leggendone prima molti altri.

Il primo prodotto audiovisivo scritto totalmente attraverso l’IA è Sunspring, un cortometraggio di fantascienza del 2016. Un prodotto interessante dal punto di vista sperimentale ma completamente insensato dal punto di vista strettamente artistico. Nei dialoghi di questo corto ogni frase risulta grammaticalmente corretta, ma sembra mancare qualche pezzo vitale del contesto che rende impossibile coglierne il messaggio. Molte delle conversazioni presenti sono infatti semanticamente quasi prive di significato. Sunspring è stato infatti definito da molti critici come “assurdo ma divertente”.
Dal 2016 ad oggi l’intelligenza artificiali ha fatto ovviamente passi da gigante e la maggior parte dei software generativi attuali limitano queste imperfezioni concentrandosi su tre aspetti distinti.
Il primo è la consapevolezza dei personaggi. Una volta inseriti i tratti caratteristici del personaggio infatti, il software viene reso consapevole del profilo di quel personaggio. In questo modo, i vari protagonisti mostrano comportamenti e personalità coerenti.
Il secondo aspetto che viene preso in considerazione è la consapevolezza del genere e del tema di una sceneggiatura. Una buona storia deve rimanere coerente anche con le tematiche e il genere. Un film di fantascienza ricco di azione non si trasforma improvvisamente in una commedia irriverente a metà strada. Molti modelli generativi risolvono questo problema raccogliendo informazioni solo su script dello stesso genere. Ad esempio, il modello linguistico dietro ‘Sunspring’ ha preso in considerazione solo gli script di fantascienza. Altri sistemi invece utilizzano un approccio simile a quello che avviene con i personaggi. Vengono inseriti i parametri che caratterizzano una trama, e successivamente, il modello linguistico genera una storia basandosi su qui parametri.
Il terzo fattore rilevante è la consapevolezza del contesto. Il generatore viene reso esplicitamente attento a qualsiasi contesto rilevante, ad esempio quelli ambientali definiti nell’intestazione di una scena. Se il generatore è consapevole del contesto in cui si trovano i personaggi, questo si riflette nel suo output, generando parole appartenenti al campo semantico di quell’ambiente.

A prescindere da quanto possano essere sofisticati questi mezzi, l’intelligenza artificiale è ancora ben lontana dal possedere le capacità di generare opere artisticamente originali e innovative. È certo però che con il tempo questi software coadiuveranno sempre più spesso gli sceneggiatori e le produzioni nei processi decisionali e di scrittura, in particolare per quanto riguarda le grandi produzioni mainstream che, al di là della qualità, avranno sempre un pubblico fidelizzato.

Francesco Silveri

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