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DOPPIA RATIFICA ALLA RIFORMA DEL MES E VIA LIBERA AL BAIL IN. TANTE PAROLE AL VENTO DA PARTE DELL’ OPPOSIZIONE..

.. MA QUANDO NON SI HA IL CORAGGIO CERTO NON SI PUO’ COMPRARE. MA TUTTO QUESTO GLI ITALIANI LO HANNO CAPITO DAVVERO?

Ciò che continua ad irritare è la perseveranza di continuare a mentire agli italiani sapendo di mentire. In questa direzione i toni trionfalistici (ricordate gli stessi sulla vendita di Autostrade) sul processo di approvazione del bilancio europeo e le connesse implicazione sui famigerati “Recovery fund” che, lo ripeto ancora, NON AVREMO MAI se non in quella loro parte in cui altro non sono che veri e propri prestiti con tanto di interessi (ed il premier lo sa benissimo).

Come sa anche benissimo che essere tornati a Bruxelles (come gli avevano ordinato) con la ratifica in tasca delle modifiche truffa sul MES, autorizzerà di fatto in un prossimo futuro la ristrutturazione del nostro debito pubblico  con tanto di votazione semplificata,  praticamente un lasciapassare,   che,  così come avvenne con il Governo Amato negli anni 90, avverrà ovviamente nelle ore notturne con prelievo forzato su tutti  i depositi bancari e annullamento, sempre nottetempo, del valore nominale dei titoli di credito in mano agli italiani. Quando questo avverrà ovviamente a Palazzo Chigi non ci sarà ovviamente più l’attuale Governo in cui componenti saranno altrove a godersi i risultati economici nelle loro tasche della commissionata svendita del nostro Paese.

E se i più,  come è assai probabile nell’ attuale maggioranza, non hanno ancora nemmeno capito cosa c’ è realmente sul piatto (non credo nessuno di loro abbia davvero letto l’ attuale accordo così come è stato novellato) né, anche volendolo,  ha gli strumenti necessari per capirlo,  altri tra di loro che masticano un poco di economia e di diritto internazionale, non possono non essersi resi di conto di cosa  sia un Bail in ( per intendersi la risoluzione di un’eventuale crisi bancaria che prevede l’esclusivo e diretto coinvolgimento di azionisti, obbligazionisti, correntisti della banca stessa) e verso quali scogli stanno portando a sbattere e ad affondare il nostro Paese.  

Non bastavano infatti le parole dello stesso Governatore della Banca d’ Italia Visco che ha fatto trapelare come alcune proposte di riforma del fondo di salvataggio della zona euro potrebbero comportare “rischi che devono essere attentamente considerati” ,  ad esse si aggiungono, seppure ce ne fosse bisogno, gli stessi moniti dell’ economista Giampaolo Galli in sede di Commissioni riunite “Bilancio e politiche UE”,  laddove  espressamente sostiene che “”se la prospettata riforma del MES aiuta la stabilità dei paesi virtuosi dell’eurozona, è anche probabile che renda meno stabili paesi come l’Italia” e ancora che “una ristrutturazione sarebbe una calamità immensa, genererebbe distruzione di risparmio, fallimenti di banche e imprese, disoccupazione di massa e impoverimento della popolazione senza precedenti nel dopoguerra.”

Ci sarebbe ancora da ricordare infatti che le proposte appena ratificate hanno di fatto accettato ciò che era stato già sottoscritto tenendo all’ oscuro il Parlamento, ossia la trasformazione del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) in una sorta di Fondo monetario europeo che subordinerebbe il sostegno ai Paesi in crisi finanziaria  alla loro  ristrutturazione del debito sovrano.

Ristrutturazione obbligatoria in quanto non vi sarà altra via d’ uscita visto che l’ Italia non è assolutamente in grado di soddisfare le precondizioni date dal fatto che è tutto meno che espressione di  “buon governo”, ossia  nelle condizioni di non trovarsi coinvolta in una procedura d’infrazione (e fin qui ci siamo), ma anche avere da due anni un deficit al di sotto del  3% e un debito pubblico al di sotto del 60% del Pil ossia condizioni che vedono l’ Italia distante anni luce: il nostro debito pubblico è pari a circa il 135% del prodotto interno lordo e la sua sostenibilità è spesso messa in discussione in periodi di aumento dei rendimenti obbligazionari.

Ed ecco che l’unica via d’ uscita sarà proprio la prescritta inevitabile  ristrutturazione del debito. Una circostanza questa che sarà un vero e proprio disastro visto che l’Italia è fondata oggi su un prevalente risparmio di massa e che il 70% del debito è detenuto proprio da operatori residenti, tramite le banche e i fondi di investimento. E’ lo stesso Governatore della Banca d’Italia a ricordarci di come la Grecia sprofondò nel caos quando in occasione del vertice di Deauville nel 2010 si annunciò il coinvolgimento del risparmio privato nella risoluzione della crisi del debito.

L’ Europa anni dopo chiese scusa ma la macelleria sociale era ormai fatta e se da una parte ci si scusa dall’ altra, complice l’ attuale Governo, ci si prepara a fare altrettanto riservando all’ Italia il medesimo trattamento in un prossimo futuro fatto da una insostenibile pressione fiscale, patrimoniali e svendita del made in Italy dopo che sempre questo Governo con i suoi famigerati decreti ha ucciso e fatta fallire la nostra economia destinata ad essere in vendita al miglior  offerente: Francia e Germania e per il vero anche la Cina, si stanno già preparando alla campagna acquisti. Ovviamente tutto questo senza dimenticare, dulcis in fundo, anche  la raccolta in casa delle migliaia e migliaia di clandestini che si riversano sulle nostre coste (tanto siamo la pattumiera d’ Europa)  e nel degrado è bene finiscano solo le nostre città, visto che ora anche la Francia si sta rendendo conto di cosa ha significato mettersi in casa certi “ospiti”.  

In fondo un ritorno all’ origine allorchè l’Italia era e rimane terra di conquista per tutti ed il miglior quadro possibile su cui venire ad effettuare le varie battaglie, o ancora quando un imperturbabile Klemens Von Metternich al Congresso di Vienna del 1815 ebbe a definirla “una mera espressione geografica”.

Comunque non è che tutti dormano e, seppure non porterà a nulla in quanto, parafrasando un Enrico IV all’ indomani della Strage degli Ugonotti (Parigi val bene una messa),  per molti esponenti dell’ attuale maggioranza  “una poltrona val bene un default”, almeno qualche malumore viene espresso e prova ne è l’ attuale pressione sul Premier da parte di chi teme o non apprezza fino in fondo la sua leadership.  Senza ovviamente contare (ma questi si sa sono strumentali) gli affondi di Matteo Renzi, che per la prima volta, sembrano ricompattare le altre forze politiche, a cominciare dal Pd più che mai infastidito dall’ ennesima “Cabina di regia dei soliti esperti” che altro non è che l’ ennesima distribuzione a pioggia di soldi pubblici e rendite agli amici e agli amici degli amici di Conte che non si esimeranno di palesargli “tangibilmente” il loro riconoscimento. Do ut des.

E se Conte è stato messo sotto accusa da quella parte intellettualmente e giuridicamente più attrezzata  della sua stessa maggioranza per avere ridotto il ruolo dei ministri e dei partiti a beneficio dei suddetti amici tecnici, è anche vero che ciò almeno fino al prossimo marzo quando arriverà inesorabile la bocciatura dell’ Europa e la fine delle bugie (della serie se volete i soldi del recovery fund  prendetevi quelli a titolo di prestito oppure attingete da Mes con tanto di ristrutturazione del vostro debito pubblico), nulla si muoverà e si modificherà fino al completo naufragio.

E se lo stesso  Gianluigi Paragone (si badi bene un esponente dei cinque stelle e non della Lega o dei Fratelli d’ Italia) ha chiesto al premier di intervenire in Parlamento ricordando come il suo movimento  fosse già contro il primo Salva-Stati ricordando alla sua stessa maggioranza come (cito testualmente) “La riforma del Fondo Salva-Stati è un inganno per l’Italia e per il risparmio degli italiani e se il M5S in qualche modo non la ostacola e non fa quello che deve fare per bloccarla si rende complice di qualcosa di pericoloso per il futuro del Paese”. Ed ancora continuando ricordava che “il Parlamento aveva dato un preciso mandato al Presidente del Consiglio Conte. La discussione sul Mes deve essere trasparente, il Parlamento non può essere tenuto all’oscuro dei progressi nella trattativa e non è accettabile alcuna riforma peggiorativa del Mes, ad esempio prevedendo che l’aiuto sia condizionato al ricatto di riforme strutturali che di fatto porterebbero ad un commissariamento degli Stati in difficoltà”, è anche vero di come ancora una volta ci troviamo di fronte a soggetti che parlano parlano e mai avranno il coraggio di agire pur essendo ben consapevoli dei danni che stanno per produrre.

E se una chiara sintesi viene dall’economista Carlo Cottarelliche ci ammonisce sul fatto che “abolire o non partecipare al meccanismo del Fondo Salva Stati sarebbe come se un paziente tutt’altro che in salute volesse abolire l’ambulanza di cui potrebbe aver bisogno”, è anche vero che egli stesso continuando  comunque  confidava o sperava che molto si sarebbe fatto dall’Italia per tentare di migliorare il testo del trattato per evitare il rischio di trovarsi con una “pistola alla tempia”.

Purtroppo,  come si sa, con la doppia ratifica alla Camera e al Senato,  quella speranza è andata disattesa e quella pistola alla tempia si è infine deciso di portarla alla tempia degli italiani.

Ma che dire, o meglio, come già detto,  una poltrona val bene il fallimento del sistema Italia, e, si sa, pecunia non olet . Un aspetto quest’ ultimo (ma solo quest’ ultimo si badi bene), a quanto pare è stato ben compreso benissimo da certi illuminati senza arte ne parte che per una imperscrutabile via del mistero si sono ritrovati un giorno per caso li a governarci: ma come da manzoniana memoria il coraggio se non lo si ha certo non ce lo possiamo dare. E certo certi nostri pseudo rappresentanti il coraggio non sanno nemmeno dove sta di casa.

Mauro Mancini Proietti