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Il progetto per la realizzazione del nuovo Stadio “Artemio Franchi” di Firenze

Quando ho postato su Facebook la mia idea progettuale sul recupero ed il potenziamento strutturale e funzionale dello Stadio Artemio Franchi, qualcuno ha esordito rispondendo: “mi dici cosa non ti è chiaro del fatto che Commisso vuole fere uno stadio nuovo?” e la risposta sta  in quanto sostanzialmente asserito al suo rientro dagli Stati Uniti  proprio dall’Ing Commisso nella sua conferenza stampa allo Stadio, che ricalca sostanzialmente il mio progetto nella sua integrità, seppure ha tralasciato la possibilità di usufruire di notevoli benefici fiscali per l’art bonus proprio stante la sussistenza del vincolo sullo stadio Artemio Franchi.

Avevo capito quello che diceva e chiedeva  il Presidente dell’ACF Fiorentina

La differenza sta nei termini “stadio nuovo” (Campi Bisenzio)  e nuovo stadio (restyling del Franchi)

Una volta conclusa l’intera edificazione, a parità di volumi, cosa varrà di più: un metro quadrato di superficie di un fabbricato al Campo di Marte o un metro quadrato di superficie a Campi Bisenzio?

Ho anche capito che per realizzare un progetto che sia accettato da tutti senza problemi magari legati alla legittima insoddisfazione di qualcuno che potrebbe ricorrere al TAR (Italia Nostra) anche solo per rivedere il percorso della “tranvia”, che ruba posti auto e taglia alberi ormai quasi secolari (percorso in Viale Malta).

Il Progetto, come ho sempre detto, è per Firenze ed i Fiorentini,  intesi questi ultimi come tifosi,  come residenti della zona del Campo di Marte,  come  gestori di attività commerciali della zona e fruitori dei servizi offerti dalle tante società sportive che tolgono i ragazzi dalla strada per conferirgli preparazione atletico sportiva con tutti i valori che lo sport porta con se, dallo spirito di gruppo alla lealtà.

Però dobbiamo pensare che questi progetti, possono avere un senso se reggono all’impatto economico, all’impatto architettonico, all’impatto sociale. Cosa che non può partire con una norma su misura che bypassa un sistema di “tutela” dei beni artistici. Cosa pensarono in tutta Italia, compreso i fiorentini, quando per evitare il fallimento della SS. Lazio fu fatta una legge su misura di notte in un Parlamento semi deserto?

La nostra storia è fondamentale come lo sono i beni storico artistici che ci consentono e ci consentiranno di ripartire dopo questa devastante pandemia. Lo Stadio Franchi ne fa parte integrante.

Vi invito a leggere quanto costituisce il mio progetto denominato “cittadella olimpica” che lo scorso 15 settembre ho depositato al Sindaco di Firenze ed al Presidente Commisso. 

Un concorso di idee tra professionisti fiorentini, che poi si troveranno a collaborare con l’Arch. Casamonti nella sua veste di “coordinatore”,  incaricato dell’ACF Fiorentina.

Con il rispetto dei ruoli e delle rispettive idee, dovuto alle parti in causa,  mi pare che quanto ho proposto possa racchiudere le legittime esigenze del Comune e dell’ACF Fiorentina che potrebbero trovare un accordo a breve coinvolgendo la soprintendenza, senza bisogno di perdere tempo con riunioni presso i vari  Ministeri ed ingenerando tensione ed esasperando gli animi.

Non vado oltre ma se leggete prima i contenuti dei vari articoli comparsi su internet ed i giornali nei giorni scorsi sul tema,  vedrete che il mio progetto crea un’opportunità  per tutte le parti in causa. Si potrebbe partire in breve termine, pochi mesi,  e mentre i lavori dello Stadio vanno avanti, il Comune e la Regione dovrebbero sintetizzare e velocizzare le varianti urbanistiche necessarie per il cambio di destinazione funzionale dei terreni limitrofi allo Stadio per la realizzazione di strutture con varia destinazione, produttive di reddito.

Giorgio Fiorenza