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28/04/2023 — Metaverso: sarà vera gloria? Noi abbiamo forti dubbi…!

Al di là di quello che sostengono Google, Zuckerberg, i magnati, i guru del marketing, le top aziende e i 350 milioni di utenti ad oggi registrati alle varie piattaforme di Metaverso, ritengo che il Metaverso si potrebbe ribattezzare con Spastic-Gullible-Marketing in realtà, e ne ho avuto conferma ulteriore dopo aver visitato la mostra a Roma, nell’ottocentesco Palazzo Cipolla, dal 5 aprile al 23 luglio.

(Foto di: Gessica Di Giacomo)

Ipotesi Metaverso è un’accozzaglia di artisti contemporanei con la “rivisitazione” – guarda caso, che poi già “rivisitazione” è tanto… – di artisti storici, una mostra che vuole incensare la nuova veste del marketing senza assumersene le responsabilità, dichiarando invece che “non vuol essere un elogio incondizionatamente entusiasta al Metaverso”.

Come spesso accade, quando si è a corto di idee, si pesca dal passato oppure lo si affianca e accosta. Niente di male e niente di strano, anche se in realtà però poi non possiamo parlare di creatività, ma di “rivisitazioni” più o meno riuscite. Solitamente sono storture e storpiature, si veda in teatro, nel teatro lirico lo stesso qualcuno si azzarda a simili accozzaglie – anche con Mozart -, al cinema ogni tanto, in tv, tra gli autori e anche nel mondo dell’arte.

(Foto di: Gessica Di Giacomo)

In questo caso sono accostamenti più che rivisitazioni, in particolare.

Sinceramente posso affermare, a ragion veduta essendo un’autrice e un’artista che la usa, che l’immaginazione umana laddove la si intenda come creatività è di gran lunga più divertente, vasta, interessante, performante, coinvolgente, innovativa di questa accozzaglia di opere.

Niente da ridire su un singolo artista piuttosto che un altro. Ma una eco simile, una visibilità e questo miscuglio, a mio avviso stonano e sono un megafono del “nuovo” Spastic-Gullible-Marketing.

Alcune opere sono carine, ammetto, ci mancherebbe.

È carino trascorrere un’ora nella Realtà Virtuale o nel Gaming (non presente ma è attinente al discorso) o nella Realtà Aumentata.

Ma cosa ti lascia? E soprattutto, a che pro farne una mostra e darne enfasi? Vale la pena visitarla?

Per me no, tutto sommato no, se non come curiosità. L’Intelligenza Artificiale, in cui già tanti magnati avevano investito negli anni scorsi, dopo la battuta d’arresto del covid, è un mercato che sta “risorgendo”, grazie a ChatGpt, a Midjourney e ora si tenta anche con Metaverso, su cui Zuckerberg in particolare ha tanto investito e puntato. L’illusione che dà la mostra è che ci siano opere storiche, in realtà non ve ne sono.

Inoltre, leggere citazioni di Giordano Bruno, sapere che con quelle citazioni è stato considerato eretico e arso vivo, “usate” arbitrariamente e opportunisticamente per millantare crediti e visioni verso il Metaverso è a dir poco raccapricciante e avvilente.

In particolare la citazione è questa:

“Io penso a un universo infinito. Stimo infatti cosa indegna della infinita potenza divina che, potendo creare oltre a questo mondo un altro e altri ancora, infiniti, ne avesse prodotto uno solo, finito. Così io ho parlato di infiniti mondi particolari simili alla Terra (…). L’altezza è profondità, l’abisso è luce inaccessa, la tenebra è chiarezza, il grande è piccolo, il confuso è distinto, la lite è amicizia, il dividuo è individuo, l’atomo è immenso.”

Come dare un calcio a Giordano Bruno e anche a Einstein e ad alcuni grandi autori della filosofia anche contemporanea e alcuni anche viventi!

È far man bassa per portare in auge l’ennesimo investimento dell’ennesimo marketer di turno! A Palazzo Cipolla ho avuto modo di ammirare altre mostre.

La precedente, ad esempio, su Raoul Dufy, sebbene incompleta in alcune parti, era molto ben strutturata e un vero piacere per il fruitore. È stato presentato con una vastità di opere e introdotto in ogni fase della sua carriera artistica. L’audio-guida poi accompagnava la visita, per chi voleva.

Non ho nulla contro la tecnologia, anzi. Ma non mi piacciono certi usi che se ne fanno né la mercificazione. Amo l’arte e la creatività.

“Questa mia visione innovativa e radicalmente rivoluzionaria” introduce il prof. avv. Emmanuele F.M. Emanuele (Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, che ha promosso la mostra) più che radicalmente rivoluzionaria odora tanto di radicalmente chic bonaria ammiccante allo Spastic-Gullible-Marketing.

Concordo però con lui quando esordisce nel presentare la mostra:

“Oggi più che mai sono convinto che il nuovo mondo è alle porte.”

Il nuovo mondo è alle porte, lo penso anch’io.

Ma il nuovo mondo non è l’Ipotesi Spastic-Gullible-Marketing, nient’affatto. Il nuovo mondo è un nuovo modo di sentire, di vedere, di percepire fondato sulla sensibilità e non su un altro pesce lesso venduto per fresco. In tanti sono stanchi dell’ennesima lavatrice che si rompe il giorno dopo la scadenza della garanzia idem il telefonino ecc. ecc. ecc. mancano ora i palazzi nel virtual Gaming / Realtà Aumentata / Realtà Virtuale a fare da divisione sociale e da nuovo Spastic-Gullible-Marketing Game.

La vita comunica attraverso il cuore.

Anche attraverso il cuore.

E anche grazie alla tecnologia possiamo comunicare quello che emerge dalla nostra sensibilità di esseri umani.

Gessica Di Giacomo

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