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14/03/2023 — Supercazzole e allarme fascismo. Ecco la “nuova” sinistra di Elly Schlein

Dopo la vittoria di Elly Schlein alle primarie del Partito Democratico l’opposizione ha stabilito un assetto più che chiaro. La manifestazione di sabato scorso a Firenze ne è la prova lampante. La nuova leader del centrosinistra ha palesato la sua strategia per i prossimi 5 anni: rilanciare ancora una volta lo spauracchio del ritorno del fascismo in Italia. Un metodo provato e riprovato che non ha mai però dato i suoi frutti, come ha testimoniato la scorsa campagna elettorale per le politiche.
Questa volta, una banale rissa tra studenti diventa un “aggressione neofascista”. Un avvenimento comune reso virale perché riportato in video. La scusa perfetta per attaccare il Governo con il solito vecchio ritornello e l’occasione per riunire per la prima volta in maniera chiara e definita il nuovo schieramento di sinistra. Una vera e propria dichiarazione di intenti sul tipo di opposizione che andrà a configurarsi sotto la leadership di Elly Schlein.

In questi giorni, la nuova “segretaria” (così ha scelto di farsi chiamare) è stata erroneamente considerata la vincitrice a sorpresa di una contesa dagli esiti scontati. L’underdog che ha battuto il suo stesso partito ponendosi come rinnovatrice di un sistema divorato da correnti interne e nepotismi. Un’analisi tanto suggestiva quanto superficiale. Mentre da una parte molti amministratori locali hanno dichiarato il loro appoggio a Bonaccini, i veri vertici della dirigenza del partito non hanno avuto problemi ad indicare da subito il sostegno alla Schlein: da Letta a Franceschini, da Provenzano a Boccia, passando per Zingaretti e Orlando. Insomma, non proprio dei pesi piuma… È evidente quindi che la vittoria della Schlein sia la vittoria del Pd. Il perché abbiano puntato tutto su di lei è altrettanto chiaro: in primis per spostare una volta per tutte il baricentro del PD ancora più a sinistra provando a recuperare l’identità perduta e confermando lo schema delle politiche e, in secondo luogo, per contrapporre a Giorgia Meloni una leader donna, polarizzando ulteriormente il dibattito, nel tentativo di superare il trauma di non aver eletto il primo premier di sesso femminile. Un’onta per una sinistra che ha fatto della retorica sulla parità di genere una bandiera.
D’altronde le prime parole della neo “segretaria” sono state chiare ed inequivocabili: “Saremo un problema per il Governo Meloni”. Dichiarazioni che non lasciano dubbi sul clima di tensione e conflittualità che si andrà a creare, figlio di un’opposizione cieca e ideologica che, appena ne avrà l’occasione, colmerà il suo vuoto di contenuti con l’allarme fascismo.

La foto opportunity che ritrae la Schlein e Conte alla manifestazione di sabato è la prevedibile testimonianza dell’indirizzo politico scelto. Assistenzialismo sfrenato e improduttivo ai limiti dell’immobilismo, ecologia militante che non bada troppo al pragmatismo, alle necessità energetiche e al mercato del lavoro, un rapporto superficiale e ideologico con i diritti civili che poggia le sue basi su ridicoli asterischi e cancel culture, tasse patrimoniali a pioggia per stroncare sul nascere chiunque sia in grado di generare ricchezza e accoglienza massiva che si trasforma in immigrazione incontrollata che non porta altro che ad esasperare agli animi e ad aumentare di conseguenza la rabbia sociale.
Questa è la linea programmatica che possiamo estrapolare dalle dichiarazioni della Schlein, al netto delle supercazzole di difficile interpretazione come “la visione intersezionale”, “la giustizia climatica”, “il ponte intergenerazionale”… Sulla guerra in Ucraina inizialmente qualcuno aveva sollevato dubbi sulle sue posizioni poco chiare, recentemente però la “segretaria” ha chiarito tutto con una posizione netta e inequivocabile: “Sono per la pace!”. Affermazione scomoda e originale in pieno stile Miss Italia…
Data la natura delle sue dichiarazioni, effettuate sempre e soltanto nei più sontuosi salotti della sinistra televisiva, verrebbe da chiedersi quale sarebbe l’approccio della “segretaria” in un confronto in contesti diversi da quelli che, fino ad oggi, l’hanno coccolata e allisciata dandole anche una visibilità straordinaria soprattutto durante le primarie.

Quello che ad oggi sembra molto probabile è che, con un’opposizione così sterile, si prospetti una lunga vita per il governo di centrodestra. La scelta di Elly Schlein, priva di visione e di contenuti validi potrebbe rappresentare il canto del cigno di un partito ormai al collasso. Vedremo se un’anima così netta, populista e sprovvista di pragmatismo saprà mantenere coeso un partito pieno di correnti e di diversità di vedute e soprattutto quale sarà nel tempo la risposta degli amministratori locali del Pd, alle prese con i problemi reali dei cittadini, che dovranno interfacciarsi con i no ideologici e i diktat di una sinistra con il paraocchi.

Francesco Silveri

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